Caso rifiuti: «Il Comune è parte offesa. Gravi anche le responsabilità politiche»

Conferenza stampa questa mattina: le misure messe in atto dalla giunta dopo l'esplosione della vicenda sugli appalti truccati, e un dito puntato sull'amministrazione Levaggi: «Queste gravissime mancanze sono emerse dalla denuncia di alcuni consiglieri che oggi fanno parte della maggioranza, chi era al potere all'epoca ignorava le puntuali segnalazioni»

Caso rifiuti: «Il Comune è parte offesa. Gravi anche le responsabilità politiche»
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Si è tenuta questa mattina la conferenza stampa urgente indetta dall'Amministrazione chiavarese retta dal Sindaco Marco Di Capua in merito al caso degli appalti sui rifiuti "gonfiati", per i quali, secondo la Guardia di Finanza, il danno erariale è di 3,7 milioni di euro.

Il Comune parte offesa

L'Amministrazione ha spiegato che in merito al danno erariale contestato, per l'appalto dei rifiuti e la nota vicenda delle alghe, «appalti entrambi durante l'amministrazione Levaggi», il Comune si ritiene parte offesa. «Non abbiamo dati o maggiori elementi su cui poter formulare osservazioni perché ci sono due indagini in corso: una penale e una della magistratura contabile, coperte dal segreto istruttorio – sottolinea l’amministrazione Di Capua - Il Comune ne è venuto a conoscenza solo attraverso la stampa».

Per ciò che riguarda l’indagine penale, emersa ad Ottobre, è stato incaricato un avvocato penalista, il professor Alberto Caselli Lapeschi, per acquisire informazioni e depositare la nomina per il Comune di Chiavari quale parte offesa. Non vi è ancora stato il rinvio a giudizio dei tre dipendenti comunali indagati e pertanto le carte sono coperte dal segreto istruttorio, e non è possibile acquisirle.

Nella conferenza stampa è stato anche sottolineato che «la questione connessa alla raccolta delle alghe, che ha visto lievitare il costo dell’appalto da 40.000 a 400.000 euro, poteva essere risolta in altro modo dall’amministrazione Levaggi, senza coinvolgere la Procura, accogliendo le richieste dei consiglieri di minoranza d’istituire una commissione consiliare d’inchiesta».

«E’ necessario relazionare i cittadini sui provvedimenti e azioni da noi intraprese, dal momento in cui ci siamo insediati, in merito all’appalto della nettezza urbana – continuano gli amministratori comunali - evidenziando il nostro operato affinché questi episodi non si verifichino più, rendendo maggiormente trasparente la gestione degli appalti e degli affidamenti del comune di Chiavari rispetto a prima».

Le azioni intraprese dall'Amministrazione Di Capua

Tra le azioni messe in atto dall'esplosione del caso, l'Amministrazione ricorda di avere, a cautela dell’interessi del Comune, provveduto a spostare i tre funzionari sotto accusa dai loro incarichi, coscienti del principio di presunzione d’innocenza e del fatto che non siano stati ancora rinviati a giudizio. Inoltre è stata prevista, attraverso un bando di selezione, la creazione di una nuova figura di controllo per la verifica della corretta e puntuale esecuzione di tutti gli obblighi assunti nei confronti del Comune. La nuova figura, altamente specializzata, ha l’onere di controllare per conto dell’amministrazione gli adempimenti e di redigere report in merito a tutte le fasi e costi dell’appalto. «Un profilo professionale in grado svolgere la funzione di garante non esisteva e non era mai stata introdotta dalla precedente amministrazione», è stato spiegato.

Dai controlli emergono altri inadempimenti

A seguito dei controlli introdotti, inoltre, sarebbero emersi «gravissimi inadempimenti in merito ad altro appalto assegnato dalla precedente amministrazione, inerente la pulizia dei bagni della città». Da un controllo eseguito dai consiglieri di maggioranza, è emerso che diversi bagni fossero chiusi perché la ditta all’interno depositava le proprie attrezzature (spesso si trattava dei bagni dei disabili). Con una doppia conseguenza negativa: bagni chiusi e un disservizio grave alla città.
Anche sulla qualità della pulizia sono state rilevate gravi carenze: è emerso che sia stato pagato il servizio di pulizia del bagno di via Ghio senza che questo fosse stato aperto. L’amministrazione ha convocato la ditta, contestato gli addebiti (che sono stati ammessi) e avviato un procedimento disciplinare nei confronti dell’addetto comunale al controllo dell’appalto. Si resta in attesa che la ditta esegua ulteriori verifiche e fornisca ulteriori chiarimenti.

Le responsabilità politiche

«I fatti hanno evidenziato gravi carenze nei controlli degli appalti sui quali la politica è chiamata a fare la propria parte», ha dichiarato l'Amministrazione. «Dal momento che si evidenziano malfunzionamenti, è necessario riscontrarli e chiarirli, individuare i responsabili per il corretto funzionamento della macchina comunale. Servizi pagati con i soldi dei contribuenti».

«Appare evidente che gli amministratori in carica avevano il dovere di vigilare e di far eseguire gli obblighi contrattuali, come la tettoia della Cava di Bacezza, per la quale proprio il Sindaco era chiamato a chiedere ogni anno una deroga proprio in attesa della sistemazione. Peraltro, tutte queste gravissime mancanze sono emerse dalla denuncia di alcuni consiglieri che oggi fanno parte della maggioranza, e che si erano accorti che qualcosa non andava; mentre chi era al potere ignorava le puntuali segnalazioni. Questa è la responsabilità politica che emerge dai gravi fatti di cronaca che colpiscono Chiavari e il portafoglio dei chiavaresi. Ovviamente la responsabilità politica è cosa ben diversa dalla responsabilità penale e contabile che coinvolge i tre dipendenti comunali e non i politici all’epoca in carica. Non per questo le responsabilità nei confronti dei cittadini sono meno gravi sotto il profilo dell’incapacità amministrativa», conclude l’amministrazione Di Capua.

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