Il caso

Chiavari, proteste in carcere. Sindacati di Polizia Penitenziaria puntano il dito verso la direttrice Penco

«Comportamento autoritario, spesso offensivo della dignità e della professionalità degli operatori di Polizia» affermano le sigle Sappe, Sinappe, Osapp e Cgil

Chiavari, proteste in carcere. Sindacati di Polizia Penitenziaria puntano il dito verso la direttrice Penco
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Sale alla ribalta un caso che vede protagonisti i sindacati del corpo di polizia penitenziaria SAPPE-SINAPPE-OSAPP-CGIL che hanno diffuso una nota congiunta, indirizzata principalmente al provveditore regionale Amministrazione penitenziaria Piemonte - Liguria - Valle d'Aosta, puntando il dito contro il direttore della casa di reclusione di Chiavari, Paola Penco.

La nota dei sindacati

«Egregio Provveditore

Con la presente missiva le scriventi Organizzazioni Sindacali in indirizzo rappresentano alla S.V. quanto accaduto in data 03/02/2023 a seguito di riunione tenutasi con il personale presso la Casa di Reclusione di Chiavari, in ottemperanza alla nota m-dg DAPPR18.27/01/2023.0005347.U inviata da codesto Superiore Ufficio il 27/01/2023, avente ad oggetto l’articolazione oraria del personale in servizio a turno in forza al suddetto istituto.

Nello specifico si rappresenta che presso la sede in oggetto il Direttore della struttura continua imperterrito a mantenere un comportamento autoritario, spesso offensivo della dignità e della professionalità degli operatori di Polizia ed un atteggiamento che va in contrasto alle direttive impartite dai Superiori Uffici.

Sono stati riferiti alle O.O.S.S. in indirizzo due episodi inspiegabili e sconcertanti occorsi nella giornata di Venerdì 3 febbraio.

Il primo, al mattino durante una riunione inerente la rimodulazione dei servizi a turno, come indicato nella nota inviata dalla S.V. ove era presente il Vice Comandante, il Comandante e due addetti del locale ufficio servizi.

Il Direttore, nel corso del suddetto incontro, faceva ingresso nella sala ed iniziava a contestare le proposte formulate, rappresentando che il servizio, in difformità da quanto disposto dalla S.V, non si sarebbe potuto sviluppare su sei giorni lavorativi e comunicava senza alcun motivo al Vice Comandante che sarebbe stato rimosso dall’incarico per essere assegnato esclusivamente al Coordinamento del locale N.T.P. mentre al Comandante del Reparto, sempre senza alcuna valida motivazione ed in presenza di altro personale di Polizia, veniva comunicata l’attivazione di un procedimento disciplinare.

Successivamente verso le 11.30 durante la conferenza di servizio tenuta dal Comandante di Reparto, il Direttore faceva nuovamente ingresso nella sala riunioni, zittendo bruscamente il Comandante che stava informando tutto il personale sulla revisione della programmazione dei turni con decorrenza a far data dalla prima settimana di marzo.

Nell’episodio in questione, il dirigente riferiva al personale presente che l’unica titolata a parlare con la Polizia Penitenziaria era lei e così facendo iniziava un lungo monologo, ove riferiva agli astanti che essendo datore di lavoro, era l’unica a poter modificare il servizio, e che di conseguenza il Comandante non era titolato a illustrare al personale di Chiavari la riorganizzazione dei turni.

Contestualmente, sempre in presenza di tutto il personale ed ingenerando dubbi e perplessità, il Dirigente comunicava che in data 15 c.m., a seguito della nota ricevuta dal Superiore Ufficio, avrebbe indetto una riunione sindacale per trattare la materia e che nella stessa giornata avrebbe richiesto la presenza del Provveditore, riferendo altresì al personale di nutrire seri dubbi sulla legittimità delle disposizioni ed argomentazioni impartite sulla necessità di riorganizzare il servizio, dichiarando che l'eccesso di straordinario contestato era solo una scusa per attaccare il personale di Chiavari.

Quanto accaduto oltre a lasciare attoniti per le modalità con cui si è inteso comunicare i rilievi effettuati dall’organo superiore, è di evidente gravità nella considerazione che le figure apicali del Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio a Chiavari sono state oggetto di vessazioni ingiustificate oltre che totalmente delegittimate dinanzi al Reparto.

Si coglie l’occasione per segnalare che presso il locale ufficio servizi continua a permanere una seconda unità inserita senza alcun titolo e senza alcun interpello in totale contrasto a quanto previsto dal vigente A.Q.N., dal protocollo distrettuale e locale.

Il responsabile del suddetto ufficio sino all’intervento del Comandante di Reparto, essendo in possesso delle credenziali GUSWEB, in più occasioni avrebbe assegnato e rimosso autorizzazioni a suo piacimento.

Con la presente si richiede per l’ennesima volta, un intervento da parte della S.V. in considerazione delle molteplici segnalazioni inoltrate nel corso degli anni e puntualmente inevase, aventi ad oggetto anomale modalità di gestione da parte dell’A.D. tali da ingenerare presso la C.R. di Chiavari un clima assolutamente inaccettabile, ed il quasi azzeramento delle relazioni sindacali.

La gestione di tipo “feudale” dell'istituto, e l'atteggiamento di consapevole impunità, devono essere assolutamente contrastati al fine di ripristinare un clima di serenità per TUTTO il Personale e non soltanto per chi si "adegua" ottenendo in cambio "benevoli" trattamenti…

Cordialmente».

 

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