Cinque dottoresse in aiuto dei ristoratori
Nel Levante un aiuto concreto ad un settore in fortissima sofferenza

Cinque dottoresse in aiuto dei ristoratori. Per capire i perché di questa crisi e per cercare di uscirne al meglio dal punto di vista mentale.
Chiavari
Il progetto “Sostegno Cuochi” è nato nella provincia di Genova dalla Federazione Italiana Cuochi Genova e Tigullio, ed è il primo a livello mondiale che mira ad offrire un supporto concreto contro questa crisi sanitaria, economica e sociale, per un settore, quello della ristorazione, in fortissima sofferenza. Uscirne si può, anche grazie ad una serie di incontri in streaming di carattere psicologico e commerciale.
Al via il “corso di supporto psicologico e commerciale in webinar”
Dalla fine di gennaio ad oggi, si sono svolte le prime due, delle cinque in totale, lezioni del corso patrocinato dal Comune di Genova, sulla piattaforma Zoom e nella pagina Facebook e Youtube della FIC Genova e Tigullio - Associazione Cuochi, raccogliendo migliaia di visualizzazioni. Le lezioni sono tenute da cinque dottoresse che si alterneranno lunedì 8, mercoledì 17 e lunedì 22 febbraio. Partecipano le docenti: Roberta Ferrari , psicologa clinica, psiconcologa, formatrice; Camilla Maberino, psichiatra e psicoterapeuta; Mariarosaria Murmura imprenditrice della comunicazione, formatore; Greta Pelosin , psicologa clinica, psicoterapeuta in formazione; Angela Simonelli, architetto, food designer e content creator. Ideatore del progetto, il presidente della Fic Alessandro Dentone, organizzatore e coordinatore tecnico Emanuele Revello.
Due lockdown in un anno di grande sofferenza
Un anno terribile con effetti devastanti e destabilizzanti per la ristorazione. Il settore ha vissuto due lockdown consecutivi e non ha lavorato, praticamente, da quasi dodici mesi. Una situazione vissuta tra incertezze, instabilità e paura di non ripartire:
«Con la pandemia, i ristoratori hanno dovuto stravolgere la propria vita lavorativa sapendosi anche adattare ma cambiando quasi totalmente il proprio modo di lavorare - ha commentato la dottoressa Pelosin -. Nel settore c'è ora grande paura su quando ed in che modo si potrà tornare a lavorare nella maniera “classica”, coccolando e relazionandosi con il cliente. In accordo con l'associazione, siamo state chiamate in causa per lavorare su quelli che sono stati gli impatti del Covid sulla mente sia dal punto di vista del benessere che dalle reazioni emotive eccessive vissute nell'ultimo anno. Queste ultime, sommate alle decisioni prese da altri, che hanno causato un negativo senso di impotenza ed enormi stress. Per questi motivi siamo partite spiegando il concetto di resilienza e indicando alcune soluzioni».
Dallo sconforto alla ripartenza
«L'idea è nata pensando alla situazione di sconforto di tanti ristoratori - ha commentato il presidente della Federazione Italiana Cuochi Genova e Tigullio, chef Alessandro Dentone -. Dopo questi mesi di lockdown e revisione del nostro lavoro, c'è bisogno di supporto psicologico e di aggiornarci anche dal punto di vista commerciale. Dato che tanti di noi, ristoratori tradizionali, si sono dovuti adattare ai social e al delivery. Con orgoglio posso dire che siamo stati pionieri, i primi in Italia a realizzare una simile iniziativa. L'idea è da portare avanti anche nel post virus, affinchè la nostra professione sia riconosciuta come usurante».
Nelle ultime settimane, la Commissione parlamentare Lavoro ha fatto pervenire all’associazione un documento nel quale si sta vagliando questa possibilità. «Disagi non solo nei locali ma anche nelle scuole di cucina, con studenti che hanno fatto tanta didattica a distanza e pochissima pratica».