L'esperta

Come affrontare la perdita di una persona amata

Parla Cristiana Dentone, psicologa dell'emergenza

Come affrontare la perdita di una persona amata
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Come fare ad affrontare la perdita di una persona in questo periodo così complesso, senza funerale e spesso senza la possibilità di salutare l’altro?

Ne abbiamo parlato con Cristiana Dentone, presidente di Sipem Sos Liguria, Società Italiana di Psicologia d’Emergenza.

Un'emergenza piombata all'improvviso

"Questa grande emergenza è piombata all’improvviso nella vita di tutti e in maniera inaspettata - ricorda Dentone -. Anche se ci arrivavano ogni giorno immagini dalla Cina, solo quando ci è arrivata vicina ci ha stravolti. Siamo un Paese piuttosto sollecitato ad eventi calamitosi: dai terremoti alle alluvioni dagli incidenti ferroviari sino ai crolli dei ponti, siamo un popolo che fa i conti con le grandi emergenze".

Di emergenze Dentone ne sa qualcosa, sempre in prima linea in contesti diversi, dal G8 di Genova nel 2001 al terremoto dell’Abruzzo o al distratto ferroviario di Viareggio nel 2009, dall’alluvione di Genova nel 2011 al terremoto in Emilia Romagna nel 2012.

"Si può diventare vittime in un secondo".

Riguardo questo periodo così complesso, ancora prima di un decesso spesso c’è il trauma della mancata assistenza:

"Un passaggio importante che diventa difficile, perché nonostante la grande disponibilità di medici e infermieri che lavorano in tutti i modi possibili, la mancanza di non poter stare accanto a chi ami ci può far sentire in colpa".

Il fatto di non essere stati presenti in un momento di bisogno o quando la persona stava per andare via, può quindi creare un ulteriore disagio.

"La consapevolezza che non si può fare diversamente, amplifica l’aspetto traumatico di questa terribile emergenza: ma è importante ricordare sempre che non li si hanno abbandonati e lasciati soli".

Il funerale è sempre stato una commemorazione importante, un rito di passaggio, che sancisce la presenza della persona e la sua importanza sulla terra, ma anche un sistema di condivisione della comunità e un momento intimo in cui si rivive il percorso di vita di una persona, passaggi fondamentali per iniziare l elaborazione di un lutto.

"Già siamo stravolti per esserci catapulti all’improvviso in questa situazione che provoca incertezza sul futuro - ricorda la psicologa -, abbiamo cambiato abitudini e temiamo per le condizioni di salute dei nostri cari, se in questo contesto veniamo toccati in maniera vicina perché perdiamo una persona amata e non possiamo salutarla e onorarla, è chiaro che questo fa ancora più male".

Cosa si può fare, allora?

"Non esiste un sistema giusto e sbagliato, ognuno vive i lutti in maniera molto personale, noi consigliamo, nell’attesa di avere tempi in cui si potranno fare messe o momenti di suffragio, di riservare uno spazio condiviso con parenti o amici dove si possa aprire una parentesi di ricordo o una forma di rito. Ai bambini suggeriamo di fare disegni che poi saranno portati al cimitero, quando si potrà. Anche ritrovarsi in casa e creare uno spazio con candele, disegni, foto, creare un libro ricordo, scrivere un libro della memoria, può aiutare. E’ una funzione ci permette di salutare e avere un pensiero verso quella persona che, è bene ricordare, non è rimasta sola. E’ importante in questo momento esserci anche solo con il pensiero e le proprie emozioni, non lasciarsi andare ai sensi di colpa: le persone vivono dentro di noi in tutto quello che ci hanno dato e che con noi hanno condiviso".

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