"I Conti di Lavagna", nel 2018 i primi testimoni in aula
Occorrerà forse attendere il 2018 per sentire i primi testimoni dell’accusa nel processo
"I Conti di Lavagna", occorrerà attendere il 2018 per sentire i primi testimoni indicati dall’accusa nel processo sull’inchiesta che ha scosso Lavagna e il Tigullio. Il Tribunale di Genova ha nominato un perito per occuparsi della trascrizioni delle intercettazioni telefoniche. L’8 novembre il consulente del Tribunale giurerà e chiederà, probabilmente, almeno 60 giorni prima di depositare il lavoro.
Occorrerà forse attendere il 2018 per sentire i primi testimoni dell’accusa nel processo
Il dibattito sull’inchiesta che ha fatto luce sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Comune e in città è iniziato mercoledì 13 settembre in Tribunale a Genova. Il processo vede coinvolte, a vario titolo, 22 persone. Quel giorno in aula erano presenti il pm Alberto Lari e gli avvocati difensori. Tra gli imputati presenti, i fratelli Rodà. Il neo procuratore di Imperia aveva richiesto la trascrizione delle intercettazioni ambientali relative ai due procedimenti aperti su Lavagna. Inoltre Lari aveva chiesto la produzione di due perizie redatte nell’ambito di due diversi processi di mafia in Liguria e aveva depositato una copiosa documentazione. Dopodiché le parti civili e i difensori avevano formulato le proprie richieste, facendo riferimento alla lista testi già depositata. Alcuni legali avevano chiesto un termine per esaminare la documentazione prodotta dal pm e si erano opposti all’utilizzo delle perizie provenienti da altri procedimenti. Il collegio si era riservato di decidere e aveva rinviato il processo ad oggi, mercoledì 27 settembre. Sempre nell’ambito dell’inchiesta “I Conti di Lavagna”, lo scorso luglio era stata emessa la prima condanna, con rito abbreviato: il giudice per l’udienza preliminare Nicoletta Bolelli aveva condannato a 14 anni e 8 mesi Antonio Rodà, uno dei presunti boss del levante. L’indagine della squadra mobile di Genova e dello Sco, coordinata dal sostituto procuratore Lari, aveva portato all’arresto, nel giugno del 2016, dell’ex sindaco di Lavagna Pino Sanguineti, dell’ex parlamentare Gabriella Mondello e dei presunti boss del clan Casile-Rodà di Condofuri, Paolo, Antonio e Francesco Nucera e Francesco Antonio e Antonio Rodà. Secondo l’accusa, Mondello avrebbe fatto ottenere l’appoggio elettorale all’ex primo cittadino Sanguineti dai presunti boss di Lavagna in cambio di favori per la gestione dei rifiuti e per gli ombrellonai abusivi del lungomare cittadino.