Coronavirus, dal mondo della scuola 30 degli oltre 200 contagi di ieri
In Liguria il virus cresce ma la pressione sulle Terapie Intensive «è ancora debole». Nel Levante una decina le classi in quarantena

Sono una trentina i contagi da Covid-19 correlati al mondo della scuola in Liguria sul totale di 213 segnalati nel bollettino regionale di ieri: lo ha illustrato ieri sera il presidente ligure Giovanni Toti, nel quotidiano punto sulla situazione. Un'altra settantina dal cluster del centro storico di Genova mentre ad Imperia una piccola impennata dopo diverse settimane piuttosto tranquille è legata a un nuovo cluster relativo ad un matrimonio svoltosi a fine settembre. Toti, come sempre del resto, cerca di tranquillizzare in merito alla situazione, e in particolare in questo caso elogia il lavoro di tracciamento, «sempre più efficace e che ci aiuta a individuare e isolare prontamente cluster e casi positivi».
Coronavirus, il tracciamento funziona
Questo è sostanzialmente vero: certo, l'impennata dei casi in tutta Italia è allarmante ed evidenza della più che prevista seconda ondata autunnale, anche se in forma molto differente vista la diversa preparazione del sistema sanitario, ma è per l'appunto molto importante che queste positività emergano precocemente. I frequenti paragoni che si vedono fare - generalmente dal mondo del negazionismo e complottismo - tra il rapporto positivi/malati gravi di oggi e quello dei mesi primaverili infatti dimentica per l'appunto che all'epoca l'emergenza era tale che si testavano quasi esclusivamente i malati gravi, e gran parte dei positivi asintomatici - ma egualmente contagiosi - restava nell'ombra. Come ricostruito infatti dall'indagine ISTAT, all'epoca i contagi reali in Italia dovevano essere nell'ordine dell'almeno milione e mezzo, forse anche sino al doppio considerando il fenomeno della sieroreversione. Oggi, invece, il sistema di tracciamento e testing individua precocemente una ben più alta percentuale dei contagiati reali, facendo emergere anche buona parte degli asintomatici e, insomma, rappresentando uno specchio sicuramente più veritiero della situazione reale. Naturalmente, quindi, posti così nel giusto rapporto i numeri collimano perfettamente e non cambiano la realtà del virus, che non è affatto mutato: se i 5mila positivi di oggi non sono 5mila positivi di aprile, quello che si deve evitare è che tornino ad essere potenzialmente milioni come allora, altrimenti in quel caso, inevitabilmente, anche i morti tornerebbero ad essere decine di migliaia.
Per il momento, insomma, la pressione sulle terapie intensive «è ancora debole e questo è il dato più importante», afferma Toti (sono 26 i ricoverati in Rianimazione in Liguria), ma «Il virus sta crescendo in tutto il Paese e ora più che mai è fondamentale continuare a monitorare la situazione e allo stesso tempo rispettare le regole che ci siamo dati. Niente paura ma mai abbassare la guardia».
Se in Liguria il contagio cresce, infatti, lo sta facendo ora in proporzione a ritmo meno rapido di quanto sta accadendo in diverse altre regioni d'Italia, a differenza di quanto accadeva a settembre. Soprattutto al Sud come in Campania, dove l'allarme è il tasso di crescita molto alto in quanto si partiva da numeri assai più contenuti, segno che la situazione è assai più volatile ed allarmante: da evitare è la crescita esponenziale, per definizione fuori controllo.
Scuola, 10 le classi in quarantena nel Levante
E per l'appunto grande attenzione è dedicata alla scuola. Nel Levante genovese sono ormai una decina le classi in quarantena, tra Rapallo, Chiavari, Sestri Levante ed entroterra, e martedì proprio a Chiavari il Sindaco Di Capua ha convocato un tavolo tecnico per discutere ulteriori misure di prevenzione. La scuola è un terreno fertile per il contagio, soprattutto se non si rispettano le misure di precauzione, cosa che avviene in verità più frequentemente appena fuori dalle sue mura che non al loro interno. Ma proprio laddove il protocollo funziona è un campanello d'allarme prezioso: questo poiché può consentire di far emergere cluster che in gran parte si diffondono nelle famiglie e che altrimenti resterebbero celati sino a quando non è troppo tardi per circoscriverli e contenerli. E non è un caso che il nuovo DPCM alle porte paia volto a concentrarsi in particolare sul panorama del "privato", dalla movida ed ai locali, agli uffici, dove non vi sono protocolli statali sistematicamente imposti e rispettati e tutto o quasi è in carico alla responsabilità individuale (ed aziendale).
I prossimi sei mesi saranno difficili, in particolare con la concomitanza del periodo di picco influenzale che confonderà enormemente le acque e metterà inevitabilmente in grande difficoltà gli ospedali e gli stessi sistemi di tracciamento, che dovranno essere in grado di affrontare un gran numero di "falsi allarmi": per questo, quest'anno più che mai, la vaccinazione antinfluenzale - la cui campagna è iniziata in Liguria lo scorso 5 ottobre - sarà di fondamentale importanza, per tutti, non solo per le fasce a rischio.