Cristina Giordano direttore socio-sanitario della Asl 4 Chiavarese

Il neo direttore sociosanitario affiancherà il direttore sanitario Bruna Rebagliati

Cristina Giordano direttore socio-sanitario della Asl 4 Chiavarese
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Roberto Predonzani alla Asl 1 Imperiese, Lorenzo Sampietro alla Asl 3 Genovese, Cristina Giordano alla Asl 4 Chiavarese e Maria Alessandra Massei per l’Asl 5 Spezzino. Sono i nuovi direttori socio-sanitari, nominati dai direttori generali delle Aziende e presentati oggi nella Sala della Trasparenza di Regione Liguria dal presidente della Regione Giovanni Toti, dalla vicepresidente e assessore alla Sanità Sonia Viale insieme al Commissario straordinario di Alisa Walter Locatelli.

Il neo direttore sociosanitario affiancherà il direttore sanitario Bruna Rebagliati

“Con i direttori sociosanitari si chiude la pianta organica della riforma che, approvata a dicembre in Consiglio, sta cambiando la sanità ligure. A queste nuove figure spetta creare quella specializzazione dei territori che impedisca ciò che troppo spesso ancora accade ovvero il fatto che ospedali e pronto soccorsi siano l’unico e ultimo terminale di raffronto con cittadini. I direttori sociosanitari rientrano in una politica di avvicinamento della sanità alle esigenze dei singoli: la stiamo portando avanti anche con distribuzione dei farmaci salvavita nelle farmacie territoriali, con la nascita di nuovi presidi sanitari come la realizzazione del polo degli Erzelli, con la riapertura dei Pronto soccorso del ponente grazie al privato convenzionato o con la costruzione di quella rete tra medici di medicina generale e strutture territoriali che deve alleggerire i Pronto soccorso, diventati un imbuto per ogni esigenza dei cittadini. Crediamo che questa organizzazione possa fare la differenza in termini equilibrio, sostenibilità dei costi ed efficacia della risposta ai cittadini”. L’assessore Viale ha spiegato che “il direttore sociosanitario affiancherà il direttore sanitario: non è solo un ruolo in più nella direzione strategica delle Asl ma è il cuore della riforma. Dobbiamo puntare sull’integrazione ospedale-territorio perché troppi sono i bisogni emergenti, visto anche l’invecchiamento della popolazione. Negli ospedali si deve andare solo nelle fasi acute, per salvare vite nelle situazioni di necessità reale. Il direttore sociosanitario rende vera ed efficace questa impostazione, per una sanità sempre più a km zero”.

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