Critiche al concerto "blasfemo", risponde l'associazione Mojotic

Bestemmie durante il concerto dei Gogol Bordello, si apre la polemica

Critiche al concerto "blasfemo", risponde l'associazione Mojotic
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Dopo le critiche da parte dei gruppi di minoranza sul concerto "blasfemo" dei Gogol Bordello arriva la risposta degli organizzatori.

L'associazione Mojotic si difende: "I toni su quanto accaduto stanno assumendo un carattere di eccessiva strumentalizzazione politica"

L’esecuzione della canzone “Santa Marinella” ha fatto scattare le polemiche. Nel pezzo del famoso gruppo “gipsy punk”, interamente in russo, emergono alcune parolacce e bestemmie in italiano.

"Mai avremmo pensato che Sestri Levante si sarebbe potuta distinguere per cotanta sensibilità, tra le 53 date del tour mondiale per il 2018 della band.

Detto ciò, ci sentiamo assolutamente responsabili per la scelta artistica effettuata. Cosí come ci sentiamo responsabili di ogni evento e dei centinaia di artisti che, in questi anni, abbiamo invitato a Sestri Levante, contribuendo alla formazione di un filone turistico extra-regionale che la nostra città raramente aveva toccato con mano.

Temiamo però che i toni su quanto accaduto Sabato 21 Luglio stiano assumendo un carattere di eccessiva strumentalizzazione politica, dal quale preferiremmo rimanere fuori, semplicemente mettendo a fuoco la situazione e facendo un pochino di chiarezza, che nell’indignazione di alcuni, è probabilmente venuta a mancare.

La performance è avvenuta in luogo pubblico ma recintato, distante da abitazioni e con ingresso a pagamento. Da ciò ne consegue che lo spettatore, in seguito al pagamento del biglietto (circa 30€), entra consapevole dello spettacolo a cui parteciperà, maturando una legittima opinione su quanto offerto. Se per alcuni così non è stato, ce ne dispiaciamo: la programmazione dell’Associazione Culturale Mojotic, da 13 anni, spazia tra una multitudine di generi proprio nel tentativo di abbracciare il gusto di più persone possibili.

La probabilità che nelle due ore di spettacolo, venisse proposta la canzone additata come "blasfema", era assolutamente stata presa in considerazione ma l’Associazione Culturale Mojotic non ha né la forza né tantomeno l’intenzione di modificare o censurare il progetto artistico di una band che, come già detto, affronta da anni tour mondiali che solo in Italia l’ha visto calcare i palchi delle location più prestigiose della musica indipendente, come il Pistoia Blues nel 2017 (oggi alla 38esima edizione) e Villa Arconati a Milano nel 2018 (festival attivo dal 1989).

Per quanto riguarda la canzone nello specifico, chiediamo però un maggiore approfondimento da parte degli oppositori. Il testo non ha alcunché di esoterico o diabolico, ma contiene piuttosto parole piene di umanità che narrano di migrazioni, di diseguaglianze e del razzismo subito proprio dal leader della band Eugene Hütz, durante il suo periodo da profugo nel nostro paese, dopo il disastro di Chernobyl. Le parole non sono miscelate a caso ma esprimono situazioni estreme: momenti di vita vissuti proprio nelle strade della nostra capitale, tra gesti di solidarietà e violenze subite. Tralasciamo la differente valutazione della bestemmia oltre il confine italiano, che volente o nolente assume un significato più edulcorato, come una semplice imprecazione e che nello specifico, il cantante sentí proferire dagli agenti di polizia durante un arresto avvenuto per errore".

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