Da soccorritore a...soccorso, la storia di Giovanni Di Meo
Di Meo si trovava a Paraggi e ha rischiato di annegare, insieme ad altri 2 bagnanti
Da “soccorritore” a “soccorso” il passo è breve. E, a raccontare la storia, è il diretto interessato: Giovanni Di Meo, vice sovrintendente della Polizia di Stato.
Santa Margherita
"Svolgere la mia professione di operatore della Polizia di Stato, ha sempre rappresentato un’insita propensione non solo verso un generico senso di giustizia, ma anche di aiuto e soccorso verso il prossimo, questo in tutte le sue specifiche dinamiche e sfaccettature – racconta Di Meo -. Tutto ciò, per una sorta di meccanismo emotivo “unidirezionale”, mi ha sempre però impedito di sperimentare il senso di gratitudine che la persona salvata prova generalmente nei confronti del proprio soccorritore".
Nei giorni scorsi, esattamente il 29 agosto, Di Meo si trovava a Paraggi e ha rischiato di annegare, insieme ad altri 2 bagnanti.
"Nel giro di pochi minuti, un singolare gioco di andirivieni di onde e di “risacca”, allontanava me e le altre due bagnanti dalla zona in cui era possibile toccare il fondale. Il moto ondoso metteva in difficoltà una delle due ragazze che veniva aiutata da me a scendere verso riva anche grazie all’aiuto di due bagnini allertati ed in servizio presso lo stabilimento balneare “Bagni Fiore” di Paraggi. Pochi istanti dopo però lo stesso, a causa del suddetto moto ondoso nel frattempo intensificatosi improvvisamente, mi sono ritrovato nuovamente nello specchio d’acqua dove non era possibile toccare il fondale. Nonostante le bracciate e la discreta esperienza marittima pregressa, non si riusciva a tornare a riva e/o andare verso la scogliera laterale per usufruire di un scaletta e poter quindi mettersi in salvo. A quel punto, la consapevolezza della situazione ed il senso di sicurezza personale venivano scalzate da uno stato di panico sfiancante che di sicuro avrebbe ulteriormente consumato le poche forze necessarie nel tentativo di mettermi in salvo. Con il poco fiato rimasto, la debolezza e la difficoltà di respirazione dovuta al continuo sopraggiungere di onde, invocavo aiuto verso i bagnini presenti in spiaggia i quali, prontamente e tecnicamente equipaggiati, mi raggiungevano in acqua in pochi istanti aiutandomi a raggiungere terra dalla scaletta laterale della costa. Per quanto successo, mi è particolarmente gradito esprimere il mio profondo ringraziamento nei confronti dei veri eroi di questa vicenda, Massimiliano Lecis e Paolo Zoppi Paolo, i due bagnini dello stabilimento “Bagni Fiore”".