Da tifoso a speaker del Genoa: Andrea Carretti

Intervista ad Andrea Carretti. «Difficile che io mi annoi! La scorsa settimana ero un clown, oggi sono in giacca e cravatta. E’ favoloso collegare la mia passione con il lavoro»

Da tifoso a speaker del Genoa: Andrea Carretti
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Andrea Carretti è anche cofondatore dello Studio Attori Associati di Genova, docente di comunicazione, insegnante al Teatro Lab di Recco.

Andrea Carretti, da Avegno al "Tempio" del Luigi Ferraris

Da Avegno al “Tempio” dello Stadio Luigi Ferraris, facendo urlare e impazzire di gioia i tifosi rossoblù. Ma lo speaker, attore e presentatore Andrea Carretti non è solo questo. Il poliedrico attore, nato a Genova il 14 giugno 1971, è cofondatore dello Studio Attori Associati di Genova, docente di comunicazione, e direttore e insegnante di recitazione al Teatro Lab di Recco. Tra le sue presentazioni più importanti, l’arrivo di Papa Francesco a Genova e, per 3 volte, di Papa Benedetto XVI.

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L'intervista ad Andrea Carretti

Andrea, partiamo dai tuoi ultimi impegni. «La conduzione del concorso canoro Città di Recco, e poi serate presentando eventi, djset e animazione teatrale per bambini».
Senza dimenticare gli impegni con il Genoa. «Anche quest’anno ho condotto la presentazione ufficiale della squadra nel ritiro di Neustift. E poi da sabato 11 sono tornato a Marassi con la gara di Coppa Italia contro il Lecce».
Da quanti anni lavori come speaker ufficiale del Genoa? «Sette anni. La mia prima è stata l’8 maggio 2011, il derby di Mauro Boselli».
Com’è nata questa tua prima volta da “The Voice” rossoblù? «Lavoravo a chiamata. Quel derby, stranamente, ero libero da impegni, e tra me e me pensavo, ben venga, così me lo vedo. E invece arrivò una chiamata per sostituire lo speaker del Genoa. E’ favoloso collegare la mia passione da tifoso con il lavoro. Sono tifoso da sempre; pensa che ho ritrovato tempo fa la mia prima tessera da tifoso, quella dello storico Genoa Club Sori».
La tua professione da attore, invece, da dove nasce? «Sempre a Sori con una compagnia dialettale. Mi sono laureato in lettere con l’indirizzo teatrale artistico, per poi immettermi nella gavetta. Questa è una passione che non ti fa sentire la fatica e la fortuna di essere poliedrico mi consente di cambiare ruolo facilmente».
Ti vedremo prossimamente nel grande e piccolo schermo. «Tra settembre e ottobre farò una partecipazione in “Sacrificio d’Amore” una fiction su Canale 5. Parteciperò, poi, al film “Dreams” della sceneggiatrice genovese Silvia Manga; a Recco continuerà il mio impegno per la nuova stagione del Teatro Lab».

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Torniamo al prato verde del Ferraris, come vedi la squadra? «Non vedo l’ora di vedere la squadra in campo che è molto unita, ed è ben preparata. Personalmente invece, dopo poco tempo ritorno ad indossare la mia divisa, con cui ho superato le 100 partite. Ogni volta è un’emozione».
C’è qualcuno a cui sei rimasto più legato al mondo Genoa? «Sicuramente tanti ragazzi. Dei giocatori attuali Davide Biraschi che è un ragazzo d’oro. E poi mister Davide Ballardini. In ritiro un tifoso gli ha parlato di moduli e di come far giocare la squadra, e lui si è piacevolmente intrattenuto chiedendogli quale formazione preferisse. Io ero lì come spettatore: è una persona squisita e alla mano».
Con tutti questi impegni riesci ad annoiarti? «Mai, la scorsa settimana ero un clown e oggi sono in giacca e cravatta. E poi con tre figli e una moglie genoana, è veramente difficile annoiarsi!».

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