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Diga Perfigli, i proprietari delle case ricorrono al Tar

Intanto escono nuove voci contro l’imponente progetto

Diga Perfigli, i proprietari delle case ricorrono al Tar
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Alcuni proprietari, i cui terreni sono interessati dal progetto della diga Perfigli, hanno deciso di ricorrere al Tar della Liguria appellandosi al ritardo nella notifica degli atti di esproprio e dei decreti di asservimento, recapitati ben oltre i termini previsti dalla legge.

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Il documento, preparato dall’avvocato Alfredo Rivara, è stato notificato al Tribunale amministrativo regionale, alla Città Metropolitana di Genova e al Demanio.

«Non sappiamo se questo servirà a bloccare definitivamente l’opera – afferma Evro Margarita, portavoce del Comitato Piana dell’Entella – però potrà portare a dei ritardi che, speriamo, riescano a mettere un bel freno sulla costruzione. Probabilmente è l’ultimo atto concreto possibile per poter sbarrare il passo all’iter di costruzione della diga. Noi chiediamo almeno una revisione del progetto – conclude Margarita - nessuno non vuole costruire qualcosa a difesa della piana dell’Entella ma almeno che si faccia con un po’ di buon senso».

Il parere del Tar è atteso per le prossime settimane.

Anche il Club Alpino Italiano dice no alla cosiddetta “diga Perfigli”, il muraglione che dovrebbe sorgere sulla parte terminale dell’Entella, sponda di Lavagna.

«Una colata di cemento armato lunga 1.500 metri, larga 15 e alta 4 – sostiene il CAI – andrebbe ad alterare irrimediabilmente uno dei siti ornitologici più importanti della costa ligure. Inoltre fondamenta massicce come quelle ipotizzate renderebbero più difficile il raggiungimento dell’acqua nella falda usata per uso potabile e di irrigazione e andrebbero a sostituire lo storico argine napoleonico, che è ancora efficiente e necessita solo di minime opere di manutenzione».

Secondo il CAI, il progetto si fonda su analisi e studi che oggi appaiono superati. Il Club Alpino Italiano chiede quindi che il progetto sia riconsiderato e lancia alcune proposte alternative: dragaggio dei corsi d’acqua e realizzazione di un canale scolmatore a monte, lungo il corso del torrente Lavagna. Anche 100% Lavagna si dice contraria alla realizzazione della diga Perfigli.

«Il “mostro” non nasce dal nulla – dicono i consiglieri comunali di minoranza Laura Corsi e Mario Maggi - ha dei padri ben precisi: i politici di sinistra, ai tempi di Claudio BurlandoAlessandro Repetto e Giuliano Vaccarezza, i tecnici scelti dalla sinistra, i burocrati dei tempi della sinistra, allora al governo di Regione, Provincia e Comune. Oggi la grave responsabilità della triade che guida Regione, Città Metropolitana e Comune di Lavagna è quella di non presentare un progetto alternativo che, spazzando via per sempre il “mostro”, impedirebbe la realizzazione di un’opera devastante a perenne memoria dell’inettitudine della politica. Particolarmente sconcertanti – proseguono Corsi e Maggi - ci sono apparse le dichiarazioni e i silenzi dei consiglieri della Lega in Città metropolitana e Regione, che si mostrano rassegnati di fronte all’ineluttabile realizzazione del “mostro”. Che dire della passività acquiescente del sindaco di Lavagna, Gian Alberto Mangiante? Quali atti formali la maggioranza attuale del consiglio comunale ha approvato per scongiurarne la realizzazione? In un recente consiglio comunale – concludono Corsi e Maggi - hanno bocciato le mozioni presentate dai gruppi di minoranza che chiedevano azioni concrete e non vuote e inefficaci dichiarazioni di intenti».

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