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Disturbi alimentari in aumento con la pandemia del Covid

Raccolte 10mila firme per includere i Dca nei livelli essenziali di assistenza

Disturbi alimentari in aumento con la pandemia del Covid
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Oltre 10 mila firme per la petizione sui disturbi alimentari. Lo annuncia Stefano Tavilla, presidente dell'associazione ‘Mi nutro di vita’, che più volte ha parlato di Dca, (disturbi del comportamento alimentare), malattia che la pandemia ha aggravato:

"La situazione è drammatica – spiega Tavilla – le persone muoiono".

Da poche settimane ha lanciato la petizione on line su Change.org: ‘Inserire i Dca all'interno dei Lea (Livelli essenziali di assistenza), come malattia a se stante’ e il risultato, martedì 24 novembre, erano: 10427 firme, alle 10 del mattino.

"Anche “solo” per dare un segnale della propria presenza – ringrazia il presidente - siete stati davvero in moltissimi ad aderire e, ancor di più, a condividere il messaggio".

L’obiettivo di chi lotta con questi disturbi, pazienti, genitori, partenti, e associazioni, è far inserire i disturbi del comportamento alimentare nel servizio di assistenza nazionale. L’obiettivo è arrivare a 50.000 firme. Ma sotto l’aspetto burocratico l’uomo si muove da tempo, con lettere e documentazioni al Ministero e i referenti. La raccolta firme è simbolica, ma la rappresentazione numerica è anche un strada alternativa per ‘farsi ascoltare’. Ne sa qualcosa Tavilla che ha impiegato 7 anni per far istituire la ‘Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla’, che si celebra il 15 marzo, ricordando Giulia, sua figlia, che non c’è più, portata via da questa malattia. “Attualmente ci troviamo ad affrontare un’ emergenza sanitaria senza precedenti – si legge nella petizione -: i Dca in numeri sono molti e si parla di circa 3 milioni e mezzo di casi in Italia”, cui 2 milioni colpiscono adolescenti e preadolescenti, sia maschi che femmine. Di questo si è ampiamente parlato nella diretta Fb, ancora sulla pagina di ‘Mi nutro di Vita’, venerdì 20 novembre, con Francesca LazzariMariella FalsiniMaruska Albertazzi, e Tavilla. Sono oltre 3500 i decessi accertati nel 2018, con diagnosi aumentate in questo periodo particolare. I Dca sono considerati una malattia psichiatrica e i Lea, i livelli essenziali di assistenza, sono prestazioni e servizi che il sistema sanitario è tenuto a fornire a tutti. Nella diretta si è parlato anche di libertà e partecipazione: il lavoro delle associazioni in ‘rete’ sta funzionando e da qui è nata la necessità di ‘metterci la faccia’ per parlare apertamente di questo problema, che continua a tenere in ostaggio della vergogna famiglie e pazienti. Occorre coltivare la cultura del rispetto verso queste malattie, incoraggiando le famiglie a venire fuori, allo scoperto e soprattutto a non vergognarsene. Il video, quasi 3000 visualizzazioni spiega come la malattia sia ancora gestita in forma autonoma dalle Regioni, priva di una dignità nazionale, obbligando a ‘viaggi della speranza’ pazienti e parenti di chi ne è colpito. Per firmare la petizione on line e ‘metterci la faccia’: http://chng.it/FtSbHR5w .

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