Ex Ilva, corteo dei lavoratori al terzo giorno di sciopero. "Se governo tace parliamo noi"
L'attacco della Fiom al silenzio di Bucci e Toti, che replica: “Per fare il punto sulla situazione Ilva io stesso sono intervenuto solo 48 ore fa,presso il ministro Giorgetti"

Il corteo è preceduto dallo striscione con scritto 'Che l'Inse' (che inizi, il grido del patriota GB Perasso detto Balilla contro gli Austriaci). Alla manifestazione si sono unite anche le lavoratrici delle mense dell'ex Ilva, alcuni rappresentanti dei portuali genovesi, rappresentanze sindacali di altre aziende genovesi.
Il Corteo dei lavoratori : "Se governo tace parliamo noi"
Terzo giorno di sciopero e proteste contro la cassa integrazione imposta dall'azienda solo per stabilimento di Cornigliano (981 lavoratori) nonostante il Consiglio di Stato abbia annullato la decisione del tar di Lecce e autorizzato lo stabilimento di Taranto, che rifornisce l'impianto genovese, a produrre. L'azienda chiede la cigo per crisi di mercato, mentre i sindacati sottolineano che in Europa c'è ampia richiesta di acciaio.
L'attacco della Fiom al silenzio di Bucci e Toti
"Il governo o è servo o è complice" e visto che "è silente, tace, noi alziamo la voce". Lo ha detto Armando Palombo, coordinatore rsu dello stabilimento ex Ilva di Cornigliano, prima di dare il via al corteo diretto alla Prefettura di Genova. "Il ministro del lavoro dovrebbe dire pubblicamente che questa cassa integrazione è politicamente inaccettabile". Lo ha detto Bruno manganaro (Fiom) durante il corteo dei lavoratori ex Ilva a Genova. "Perché un ministro del lavoro non lo fa? perché non lo fa il premier Draghi? perché hanno paura?". Manganaro ha poi chiamato in causa il sindaco di Genova Marco Bucci e il governatore Giovanni Toti. "La politica genovese è rimasta in silenzio: il sindaco Bucci parla delle aree dell'Ilva ma non ci ha dato la solidarietà, non ha invitato Mittal a sospendere la cigo per consentire un dialogo tra sindacato, governo e azienda". E il governatore "ha fatto un appello alla responsabilità dei lavoratori ma non ha fatto un appello all'azienda a sospendere la cassa. E questo è inaccettabile. Io fossi in loro mi vergognerei".
La replica di Toti: "Le Istituzioni territoriali, Regione in testa, abbiano sempre dimostrato vicinanza e condivisione delle rivendicazioni"
“A differenza di quanto sostenuto questa mattina dall’esponente Fiom-Cigl Bruno Manganaro, ritengo che le Istituzioni territoriali, Regione in testa, abbiano sempre dimostrato vicinanza e condivisione per le rivendicazioni dei lavoratori Ilva e si siano sempre impegnate appieno per garantire il futuro dell’acciaio nel nostro capoluogo e più in generale in Italia”. Risponde così il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti alle accuse dell’ex segretario di Fiom Genova Bruno Manganaro espresse oggi durante il corteo dei lavoratori ex Ilva a Genova. “Ricorderà anche la Fiom dell’impegno della Regione e del Comune per garantire attraverso la Società per Cornigliano, il costante versamento dell’integrazione al reddito dei lavoratori, anche di fronte ad una certa inerzia dei lavori che si sono succeduti in questi anni.” prosegue il governatore.
“Per fare il punto sulla situazione Ilva io stesso sono intervenuto solo 48 ore fa, telefonando al Ministro Giorgetti per sollecitare tutti gli opportuni investimenti"
Conclude Toti: "Certo, risulta inappropriata è sgradevole la decisione dei vertici Ilva di proseguire il percorso della cassa integrazione ignorando la disponibilità data dal Ministro Orlando per un incontro nello stabilimento di Cornigliano. Ricordo però alla Fiom che le ragioni di taluni lavoratori non dovrebbero essere rivendicate a danno di altri. E ricordo anche che, come ben sa la Fiom, i lavoratori Ilva, nonostante il momento di estrema difficoltà, sono certamente più tutelati di coloro, liberi professionisti, negozianti, rappresentanti di commercio, autotrasportatori, e molti altri che risentono di certe forme di protesta che impattano sulla mobilità e il normale svolgimento della vita in una città che solo in queste ore sta ripartendo. Esistono le ragioni, e i lavoratori Ilva ne hanno, ma credo sia più giusto esercitarle in modo da non danneggiare le ragioni altrui. Certi toni, certe affermazioni, anche talune forzature ci riportano ad epoche e modalità di un confronto sociale che francamente nessuno rimpiange e di cui non c’è bisogno oggi, mente Genova e la Liguria cercano faticosamente dopo un anno e mezzo di pandemia e chiusure forzate di ripartire”.