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Fino a sei detenuti in una cella, la denuncia di Pastorino

Il capogruppo di Linea Condivisa in visita al carcere di Marassi

Fino a sei detenuti in una cella, la denuncia di Pastorino
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In settimana il capogruppo di Linea condivisa Gianni Pastorino, accompagnato dall’avvocata Alessandra Ballerini (osservatrice di Antigone), si è recato in visita al carcere genovese di Marassi.

È la mia seconda visita in questa legislatura, la prima è stata nel 20 novembre 2020 – dichiara il consigliere regionale Gianni Pastorino – e la ritenevo necessaria, vista anche l’emergenza sanitaria in atto che, in un perimetro come quello carcerario, rappresenta un problema enorme”.

Il problema principale resta il sovraffollamento

La nuova direttrice ha fornito al consigliere Pastorino i dati relativi alla casa circondariale di Marassi: sono circa 624 i detenuti, in calo rispetto al 20 novembre scorso di circa 50 unità, ma sempre in sovrannumero rispetto alla capienza standard che è di circa 550 persone; sono circa 275 gli agenti di polizia penitenziaria, a fronte di una dotazione organica di circa 365. “Certamente questo, del sovraffollamento, rimane un grande problema perché, a fronte di una capienza di 500/550 detenuti, ne abbiamo per lo meno tra i 70-90 in più e, inoltre, molte stanze con sei detenuti nello stesso spazio”, rimarca Pastorino.

Abbiamo posto alla dirigenza del carcere soprattutto il problema, sollevato da associazioni e detenuti, dei prezzi del sopravvitto e del necessario controllo da esercitare su questo servizio, portato avanti dall’azienda Landucci – prosegue il capogruppo Pastorino –. In precedenza ci era infatti stato segnalato un aumento dei prezzi che non trovava giustificazione, a tal proposito la dirigenza di Marassi ha assicurato il massimo controllo e il rigore sul prezziario che viene proposto dall’azienda”.

La visita ha toccato anche la sezione per patologie psichiatriche

Il consigliere Pastorino e l’avvocata Ballerini sono stati accompagnati dal vicecomandante e dall’ispettrice, oltre che dagli agenti penitenziari preposti, attraverso un sopralluogo in sezione prima, mentre per motivi di sicurezza non è stato possibile fare altrettanto in sezione seconda. La visita è proseguita poi nella sezione sesta, nel centro clinico e in altri settori del carcere, comprese le stanze destinate all’osservazione di persone detenute con patologie psichiatriche, attualmente vuote da circa 15 giorni.

Ribadiamo un giudizio positivo sulla gestione dell’emergenza sanitaria, sull’andamento delle vaccinazioni e sul fatto che a detta della dirigenza non vi siano in questo momento casi positivi, inoltre quelli che si sono verificati sono stati gestiti in maniera tempestiva”, aggiunge Pastorino.

Sul fronte vaccini sono state vaccinate circa 230 persone tra la popolazione detenuta, solo negli ultimi due giorni sono stati 20 i detenuti che hanno ricevuto la dose del vaccino anti-covid. Sono più o meno 220 invece gli agenti di polizia penitenziaria vaccinati e oltre 90 le persone che collaborano con l’attività carceraria. Tutti sono stati vaccinati con la prima dose di AstraZeneca.

"Manca un garante per queste persone"

Questa visita rinsalda in me l’ulteriore necessità di nominare il garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà, – aggiunge il capogruppo di Linea condivisa Gianni Pastorino – figura che manca in Liguria e che svolge un ruolo di mediazione tra chi vive dentro il perimetro carcerario (persone detenute, agenti e operatori penitenziari) e le istituzioni, cercando di prevenire e di risolvere conflitti che dentro una realtà così complessa rischiano di essere alquanto negativi”.

Il consigliere Pastorino si riferisce a una figura che deve avere la capacità di partire da un’analisi delle condizioni delle carceri in Liguria, sia dal punto di vista delle strutture che da quello delle condizioni di vita delle persone detenute e degli operatori penitenziari. “Una figura indipendente e competente a mio giudizio importante, che deve guardare a tutto tondo alla realtà carceraria, senza rischiare mai di subire pressioni o condizionamenti di sorta”, spiega il consigliere.

Proprio per questo è necessario che anche la classe politica ligure invii da una parte segnali di attenzione alle realtà carcerarie e ai disagi di chi vive dentro, persone detenute e operatori penitenziari, riuscendo però, dall’altra, a mantenere un netto distacco da pressioni strumentali di gruppi organizzati, magari sottoposti a regimi penitenziari particolari (vedi 41-bis o altre realtà)”, chiosa Pastorino.

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