Fusione Atp e Amt, altro passo avanti
In consiglio metropolitano è passata la delibera che dispone la fusione in una newco di Atp Spa e Amt
E’ passata senza difficoltà in consiglio metropolitano la delibera che dispone la fusione in una newco di Atp Spa e Amt, le aziende di trasporto pubblico provinciale e del capoluogo: anche se formalmente non c’è stata unanimità, poiché i voti favorevoli sono stati “solo” 14 su 19, ovvero quelli del sindaco metropolitano Marco Bucci e degli 11 consiglieri della maggioranza di centrodestra ma anche quelli della consigliera di sinistra Daniela Tedeschi e del consigliere di Avanti Tigullio Antonio Segalerba, i 5 consiglieri di centrosinistra, pur astenendosi, hanno dichiarato un sostanziale sostegno alla scelta politica del sindaco di non affidare il servizio di trasporto pubblico tramite gara ma direttamente a un’azienda in house.
In consiglio metropolitano è passata la delibera che dispone la fusione in una newco di Atp Spa e Amt
Le garanzie che durante la discussione l’opposizione ha chiesto a Bucci su questa operazione societaria sono state di ordine economico (efficienza di gestione) e di equilibrio nella governance (rappresentanza dei comuni nel cda della newco). Sul primo punto il sindaco metropolitano ha escluso che un azionariato interamente pubblico sia sinonimo di inefficienza, mentre sul secondo punto ha detto che la richiesta è prematura, poiché la rappresentanza territoriale negli organi di gestione della società sarà prevista dallo statuto, che lo stesso consiglio metropolitano, a tempo debito, contribuirà a scrivere. Prematuro, per il sindaco, anche discutere di piano industriale: sarà infatti il management della futura società che, una volta nominato, dovrà sottoporlo agli azionisti, i quali lo valuteranno. Resta il nodo della liquidazione del socio privato di Atp Esercizio, la controllata di Atp Spa che la newco si troverà in dote dopo il merger: su questo punto sia il sindaco sia Stefano Anzalone, consigliere metropolitano delegato alle società partecipate, hanno ribadito la volontà politica di acquisire come socio pubblico il controllo totale della società (si chiederà quindi al privato di uscire).