Chiavari

Ghiggeri, eccellenza chiavarese

Parla il medico alla direzione dell’Uoc Nefrologia dell’Irccs Gaslini, che si è occupato di uno studio sul rischio Covid per i bambini immunodepressi

Ghiggeri, eccellenza chiavarese
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Un’eccellenza chiavarese del mondo della medicina ha condotto presso l’Ospedale Giannina Gaslini di Genova un’importantissima ricerca sui bambini malati e sulle loro possibilità di contrarre il Covid. Si tratta del dottor Gian Marco Ghiggeri, direttore dell’Uoc Nefrologia dell’Irccs Gaslini. I risultati delle sue ricerche sono state riportate mediaticamente anche a livello nazionale.

I bambini immuno depressi non sono a rischio, la ricerca dell’equipe di Ghiggeri lo dimostra

In campo nefrologico, non era chiaro se le terapie immunosoppressive potessero predisporre a contrarre l’infezione di Sars-CoV2 o a sviluppare una malattia più grave. L’equipe nefrologica dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova, guidata dal dott. Ghiggeri, dimostra per la prima volta a livello internazionale, che bambini immunodepressi per trattamento cronico di malattia renale severa, non hanno un rischio aumentato di contrarre Covid-19. Il Gaslini dal febbraio 2020, all’inizio della pandemia, ha creato due osservatori sui pazienti italiani, pubblicati sulle riviste delle Società Americane di Nefrologia e di Trapianto.

Tra i pazienti nemmeno un caso positivo

"Al Gaslini abbiamo una grande casistica di questo tipo di malattia renale che richiede una immunodepressione - spiega Ghiggeri -. Per attivare questa immunodepressione abbiamo introdotto nuovi farmaci che bloccano in maniera selettiva alcune cellule del sangue note come cellule b, le cellule che producono anticorpi. La ricerca nasce circa nove anni fa, dopo aver trattato circa novecento pazienti. Quando la pandemia Covid divenne evidente, la preoccupazione nostra era quella di aver indotto una maggior sensibilità all’infezione. Da nove mesi, dopo il campionamento di duecento pazienti distribuiti in tutte le regioni italiani, dai due ai 24 anni, l’osservatorio ha contattato settimanalmente i pazienti per sapere l’andamento della malattia e, soprattutto, della pandemia. Ci siamo resi conto, che non abbiamo avuto nemmeno un paziente infetto, seppur, in alcuni casi, alcuni pazienti hanno vissuto a stretto contatto con una persona positiva al virus. Ciò grazie all’utilizzo di farmaci innovativi e, essendo praticamente nata la pandemia in Italia, siamo stati i primi a livello mondiale a dare dati oggettivi sulla suscettibilità a infezione Covid in pazienti immunodepressi. Nei nostri pazienti, infine, le cure sono proseguite regolarmente".

Enorme il plauso internazionale del mondo della medicina. Tra le congratulazioni ricevute al dottor Ghiggeri, quella che ha fatto più piacere, quella del professor Flavio Fervenza, Direttore della Mayo Clinic di Manchester:

"Sono fiero e contento di poter continuare a curare i pazienti".

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