La testimonianza

Giacomo Nava, il calciatore “bloccato” in Kosovo

È sempre in contatto con la sua famiglia a Borzonasca, ma il momento di rientrare a casa per lui è ancora molto lontano

Giacomo Nava, il calciatore “bloccato” in Kosovo
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È ancora in Kosovo, nella capitale Pristina dove vive dal gennaio scorso. Giacomo Nava, calciatore del club FC Llapi, sta affrontando l’emergenza Coronavirus lontano da casa.

La testimonianza

La sua famiglia vive a Borzonasca. Lui, 23 anni, nato a Lavagna, ha giocato a calcio nella Sampdoria e nel Rapallo Bogliasco in serie D, poi ha iniziato la carriera da professionista e dopo l’esperienza in Lega Pro con il Rimini, è volato in Kosovo per giocare nella loro serie A.

"Quando in Italia l’emergenza era già scoppiata, qui in Kosovo non avevamo ancora nessun caso di contagio – ricorda Nava -. Col passere dei giorni, la situazione è cambiata anche qui: orimi casi positivi, quindi hanno sospeso il nostro campionato di serie A e adesso sono aumentate tutte le restrizioni. Sono in contatto con l’ambasciata italiana per qualsiasi necessità. Al momento, resto qui e aspetto".

Anche la sua famiglia, a Borzonasca, è in attesa:

"Mia mamma mi racconta che quando torna dal supermercato disinfetta gli alimenti. Si raccomanda che compri qui gli igienizzanti, perché dice che da lei già non si trovano più. Qui, prima delle restrizioni, mi è successa una cosa particolare: ero andato a mangiare in un ristorante, mi hanno domandato di dove fossi. Quando ho risposto che ero italiano, ho letto il terrore sui loro volti. Sono un popolo ligio al dovere. Qui l’economia si sta riprendendo solo adesso. Sarebbe devastante una pandemia in questa terra".

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