Gianni Dasso: «Ad Hammamet per omaggiare Bettino Craxi»
Ex assessore di Lavagna irriducibile socialista

Coerenza. Gianni Dasso, storico socialista di Lavagna, in occasione del ventennale della morte di Bettino Craxi, si è recato ad Hammamet a rendere omaggio alla tomba dell’ex presidente del Consiglio ed ex segretario del Psi.
L'ex assessore di Lavagna
Da operaio in cassa integrazione alla Fit di Sestri Levante al pastificio di via Roma a Lavagna. Dasso, oggi 75enne, è stato consigliere comunale e assessore a Lavagna dal 1980 al 1990, in quota Psi, con il sindaco Dc Gabriella Mondello.
Quanti giorni ha trascorso in Tunisia?
"Tre, dal 17 al 20 gennaio. Il viaggio è stato organizzato dalla Fondazione Craxi. Oltre ad aver reso omaggio alla tomba, siamo andati a messa in una chiesa cristiana, abbiamo visitato una mostra fotografica e visionato un documentario su Craxi. È stato emozionante, peccato per la tiepida risposta della Liguria, eravamo pochi".
In questi giorni nelle sale cinematografiche viene proiettato “Hammamet”, il film su Craxi, è andato a vederlo?
"Si, mi è anche piaciuto. Non è un film politico, è molto romanzato ma l’attore che ha interpretato Craxi (Pierfrancesco Favino, ndr) è stato molto bravo. Ma il Craxi che traspare dal grande schermo non è il vero Craxi".
Lei era socialista prima dell’avvento di Craxi?
"Si, dal 1970. Ma è stato grazie a Craxi che ho cominciato a sentirmi orgogliosamente socialista".
Craxi è morto in autoesilio o da latitante?
"In esilio. Un latitante si nasconde. Tutti sapevano dove si trovava. Lui sarebbe tornato in Italia da persona libera".
Quindi Tangentopoli si è accanita solo sul Psi e su Craxi?
"Craxi usava metodi discutibili ma negli anni ’80 in Italia tutti facevano così. Il Psi dava fastidio, era una forza emergente tra la Dc e il Pci. Craxi, poi, aveva un caratteraccio. Era inviso anche dagli Usa per la vicenda di Sigonella".
Non si può, però fare un bilancio del Craxi statista senza tener conto delle due condanne.
"Il Psi aveva accettato finanziamenti illeciti ma praticamente tutti i partiti della Prima Repubblica si erano finanziati illegalmente senza mai essere oggetto di denunce".
Secondo Stefania Craxi il primo presidente del Consiglio di sinistra non è stato Massimo D’Alema ma suo padre.
"Molti non consideravano Craxi di sinistra. Paradossalmente veniva percepito di destra ma non era così, ovviamente. Lui rappresentava un socialismo riformista".
Ha mai conosciuto personalmente Craxi?
"Si, al Gran Caffè Defilla prima di un comizio al Teatro Cantero di Chiavari. Io, però, l’avevo già visto negli anni ’70 a Genova".
Trent’anni fa l’inaugurazione della sezione di Lavagna del Psi in via Dante a Lavagna
"Era un luogo di ritrovo non solo per i socialisti di Lavagna come me, Giuliano Vaccarezza, Renzo Bacigalupo e Pino Sanguineti o di Chiavari come Antonio Gozzi ma di tutto il Tigullio. In quei anni avevamo lottano, inutilmente, per l’istituzione a Chiavari della quinta provincia".
Dasso è più socialista o craxiano?
"Socialista".
Oggi un socialista o un craxiano cosa vota?
"Con la fine del Psi nel 1992, c’è stata una vera diaspora. Nel mio piccolo avevo provato, insieme ad altri, a ricostruire un nuovo partito. Sono ancora convinto che in questo Paese ci sia bisogno di una forza riformista".
E oggi Dasso cosa vota?
(Sorride) "Non ho mai cambiato casacca. Non contesto chi ha fatto scelte diverse dalle mie. Oggi voto in base alle mie idee, sia a sinistra, sia a destra".