Giornata della Memoria, tre appuntamenti a Recco

Il vicesindaco Buccilli: «La violazione della dignità della persona, la riduzione dell'uomo a cosa, l'indifferenza anche nel momento della morte: questo accomuna le vittime dell'Olocausto a quelle delle migrazioni»

Giornata della Memoria, tre appuntamenti a Recco
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Tre giorni e tre interventi diversi, ma tutti incentrati sulla Memoria dell'Olocausto.

Gli appuntamenti

L'Amministrazione comunale di Recco invita la cittadinanza nella Sala Polivalente “Franco Lavoratori” martedì 6, mercoledì 7 e martedì 13 febbraio a tre giornate di riflessione organizzate con la collaborazione degli insegnanti e dei ragazzi.

Il primo appuntamento è fissato per martedì 6 febbraio, alle ore 10, insieme alla scuola primaria “Goffredo Mameli” e a quella secondaria di Primo Grado “Golfo Paradiso” con l’intervento di Giuseppe Momigliano, Rabbino Capo della Comunità ebraica di Genova. Nel secondo appuntamento, il giorno seguente, sempre alle ore 10 la scuola primaria “Goffredo Mameli” e quella secondaria di Primo Grado “Golfo Paradiso” accompagneranno nell’intervento Roberto Pettinaroli, responsabile edizione Levante de Il Secolo XIX. Terza e ultima giornata sarà il 13 febbraio, organizzata con la collaborazione del liceo linguistico “Nicoloso da Recco” con l’intervento di Myriam Kraus, vicepresidente dell’Aned di Genova.

Il pensiero del vicesindaco Gian Luca Buccilli sul Giorno della Memoria

«Liliana Segre, nominata di recente Senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è una testimone vivente della Shoah, sopravvissuta all'orrore di Auschwitz, ebrea italiana colpita dalle Leggi razziali volute da Benito Mussolini e controfirmate dal Re Vittorio Emanuele III. Nel 1938 si abbatté anche su di lei la violenza vergognosa della discriminazione  razziale. A otto anni fu espulsa dalla scuola, nel dicembre del 1943 fu arrestata insieme a suo padre e poi rinchiusa nel carcere milanese di S. Vittore. Qui rimase per 40 giorni, per poi essere consegnata alle SS e deportata in Germania, internata nel campo di Birkenau-Auschwitz. Dei 776 bambini di età inferiore a 14 anni che furono deportati ad Auschwitz, Liliana Segre è tra i 25 sopravvissuti. Oggi mostra il numero tatuato sul braccio sinistro, 75190, perché è una vergogna incaccellabile per chi lo ha fatto».

«Queste sono le prime parole di Liliana Segre dopo aver saputo della nomina a lei conferita dal Presidente della Repubblica: "Coltivare la memoria è ancora oggi un vaccino contro l'indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare". Il legame tra memoria e impegno contro l'indifferenza è un tema molto presente nelle parole di chi è sopravvissuto all'Olocausto. Sono proprio loro, i sopravvissuti dai campi di sterminio nazista, a sollecitare l'uso della memoria storica di fronte alla tragedia dei profughi. Cosa hanno in comune l'Olocausto e le morti dei migranti e dei profughi richiedenti asilo? La violazione radicale e massiva della dignità della persona, la riduzione dell'uomo a cosa, l'indifferenza anche nel momento della morte. La loro colpa? Di non appartenere ad "una razza da preservare" o di essere nati nella parte sbagliata del mondo».

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