«Giù le mani dai dehor». Molte attività a rischio

Confesercenti invoca modifiche al regolamento

«Giù le mani dai dehor». Molte attività a rischio
Pubblicato:
Aggiornato:

Il piano dei dehor? «Così com’è formulato sarebbe deleterio per tutti». A sostenerlo è Confesercenti, al termine di un confronto tra operatori svoltosi nel pomeriggio di mercoledì scorso insieme al vicedirettore provinciale Paolo Barbieri, al funzionario Roberta Mazza e al coordinatore Tigullio Enrico Castagnone.

«Giù le mani dai dehor». Molte attività a rischio

Il principale oggetto del contendere è che «in caso di voltura o di cessione di un’attività, l’attuale bozza del piano prevede che le concessioni sin qui erogate debbano nuovamente essere autorizzate dal Comune - spiega Castagnone - Ma non vi è alcuna garanzia che questo avvenga. E questo è un problema, perché lo spazio esterno è fondamentale per un’attività e un simile provvedimento rischierebbe addirittuna di depauperarne il valore in caso di venditai». Si tratta di un’osservazione che Confesercenti aveva già formulato due anni fa e che riproporrà ancora una volta il prossimo 5 luglio quando sarà ricevuta dalla Capigruppo. Tra le pieghe del nuovo regolamento, Confesercenti intravede altra fonti di pericolo: una su tutte è l’equiparazione che viene fatta tra dehor e concessioni di spazio pubblico. «La differenza è sostanziale - spiegano - perché i primi possono essere concessi solo a pubblici esercizi, mentre lo spazio pubblico può essere assegnato a qualsiasi attività». Procedendo su questa linea, insomma, chiunque potrebbe potenzialmente richiedere di posizionare tavolini e sedie all’aperto: una potenziale proliferazione selvaggia che interesserebbe fornai, pasticcerie e pizzerie d’asporto (che, pur prive di licenza di somministrazione, così facendo potrebbero addirittura attuare forma di concorrenza sleale) e persino artigiani o negozi d’abbigliamento.

«Sia chiaro - prosegue Castagnone - Siamo favorevoli a una regolamentazione e in gran parte condividiamo l’impianto della normativa, ma nutriamo anche diverse perplessità». Ad esempio l’uniformazione degli elementi di arredo esterno: «Va bene rendere omogenee le strutture, ma non possono essere tutte grigie. Attraverso l’uso dei colori un locale è in grado di esprimere la propria identità e farsi riconoscere». Perplessità anche sulla durata delle concessioni: «Il nuovo testo prevede che la richiesta di rinnovo debba essere presentata ogni 5 anni e non più ogni 9. Credo che bisognerebbe quantomeno portarla a 6 anni, uniformandola ai termini dei contratti commerciali». «I correttivi da apportare non mancano - conclude - ma siamo fiduciosi che l’amministrazione possa accogliere le nostre richieste, nell’interesse di tutti i commercianti e pubblici esercizi».

Seguici sui nostri canali