Gli studenti del Caboto dinanzi alla memoria della Shoah e della guerra

Nel quadro della riflessione sulla Shoah e sull'importanza del Giorno della Memoria

Gli studenti del Caboto dinanzi alla memoria della Shoah e della guerra
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Nel quadro della riflessione sulla Shoah e sull'importanza del Giorno della Memoria, non poteva mancare la visita al Memoriale della Shoah di Milano: quaranta studenti del Caboto di Chiavari, accompagnati dai docenti Valeria Ghiorsi, Cinzia Belli, Dario De Bello e Roberta Allesina, hanno visitato questo luogo simbolo della deportazione luogo di memoria e di conoscenza.

Il Memoriale della Shoah di Milano

Lo spazio del Memoriale è parte di un'estesa area di manovra realizzata, in origine, per i vagoni postali, che comprende 24 binari paralleli, i cui spazi interni si articolano su due livelli: gli studenti hanno potuto toccare dal vivo il luogo dal quale, fra il 1943 ed il 1945 partirono 20 convogli RSHA, cioè carri bestiame sui quali furono stipati migliaia di prigionieri.

Lo spettacolo a Chiavari

Impatto visivo ed uditivo ha avuto, poi, la visione dello spettacolo teatrale, fortemente voluto dalla Vicesindaco di Chiavari Silvia Stanig, all'interno di quell'Obiettivo Creatività ideato e diretto da Daniela Ardini e da Giorgio Panni nell'Auditorium San Francesco, "La guerra non è mia".
Lo spettacolo, incentrato sulla figura e la storia di Lodovico Portesine, Alpino classe 1918 partecipante alla ritirata di Russia e reduce di Nikolaevka e dei campi di prigionia, ha fortemente impressionato i giovani, anche per la presenza dell'anziano alpino supportato dal figlio, Paolo Portesine, sempre presente sulle scene.

"Dobbiamo dire grazie al teatro perché, oggi, nonostante i tentativi della scuola, i giovani leggono meno e si rende necessario, pertanto, ricorrere ad altri mezzi di riflessione - ha ricordato il dirigente scolastico Glauco Bertettoni -. Un ritorno al passato, quindi, a quando in Grecia il teatro rispondeva ad una ben precisa esigenza educativa e didattica. Potrebbe a prima vista sembrare strano presentare, all'interno delle riflessioni sul Giorno della Memoria, una vicenda che non riguarda direttamente la Shoah ma, in realtà, la rappresentazione intende allargare i confini della riflessione alla drammaticità della guerra."

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