Il CIF chiede spazi per la "terapia degli abbracci"
L'importante è favorire le relazioni, anche tra plastica e mascherine

Il Centro Italiano Femminile riflette sull'importanza dell'abbraccio nei luoghi dove le persone rimangono sole a causa della pandemia.
"L’organizzazione degli ospedali può fare spazio a ciò che si chiama ”la terapia degli abbracci”? Lo possono fare le RSA in cui rimangono isolati i nostri anziani? E nelle carceri? E nelle case di riabilitazione? Se è vero che l’organizzazione è pensata dagli esseri umani per gli esseri umani, dobbiamo cercare i modi per farlo.
Favorire le relazioni è ciò che con fatica si sta facendo in alcuni ospedali toscani dove i familiari dei pazienti entrano a turno per breve tempo, indossando le stesse protezioni dei medici, degli infermieri.
Le stanze degli abbracci già realizzate in alcune RSA sono un altro esempio: abbracci tra plastica e mascherine, e tuttavia abbracci, sorrisi che si incontrano, anche se solo con gli occhi, ma da vicino.
Torneremo alle nostre relazioni reali, quando la pandemia sarà passata: torneremo ad abbracciarci, senza plastica, senza mascherine. E sarà bello.
Ancora più bello se non dimenticheremo la lezione che questo periodo ci consegna: quanto siano importanti le relazioni e i preziosi gesti di vicinanza e di amore".