Incubo Entella: «Bisogna dragarlo»

Umberto Righi ribadisce la sua posizione a seguito dell'ennesima esondazione del fiume tappato dai sedimenti sabbiosi: «In pericolo migliaia di famiglie»

Incubo Entella: «Bisogna dragarlo»
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Torna con forza a lanciare l'allarme Umberto Righi, presidente dell'associazione FI.MA di Chiavari e referente provinciale per la gestione delle acque interne nel Levante.

Righi: «Migliaia di famiglie a rischio, occorre dragare il fiume»

«Sono migliaia le abitazioni costruite sulla piana alluvionale dell'Entella», spiega Righi, «e ad ogni allerta meteo, ad ogni piena del fiume, per le famiglie sono ore di vero terrore». Ed è molto critico, Righi, sul fatto che dal 2014 - anno dell'ultima grande alluvione - ad oggi non abbastanza si sia fatto per mettere il fiume in sicurezza, come la nuova esondazione delle scorse ore ha rimesso in evidenza.

Il presidente di FI.MA spiega che il problema è determinato da fattori determinanti quali il livellamento del letto del fiume, piatto dal Ponte della Maddalena alla Foce a causa del deposito di sedimenti ghiaiosi che ha saturato per metri l'intero alveo: per questa ragione fra lo stato di "magra" ed il livello di "piena" passano appena 150 centimetri. Troppo poco. A maggior ragione sommando l'effetto "diga" creato dal mare, che durante le mareggiate, come nel caso degli scorsi giorni, si accentua ulteriormente ed impedisce al fiume di sfogarsi.

Le più urgenti soluzioni per Righi sono l'immediata rimozione dell'accumulo sabbioso alla foce con scavatori ed idrovore, a cui accompagnare un dragaggio dell'intera foce tra il ponte ferrovia ed il mare, spingendosi anche oltre, in quanto la profondità esigua (poco più di 1 metro) del fondale genera ulteriori accumuli con grande facilità. Dragaggio necessario anche tra il ponte Libertà e il ponte Ferrovia, continua Righi, tratti totalmente insabbiati: tali accumuli tendono a concentrarsi al centro del fiume, incanalando lo scorrimento dell'acqua lungo gli argini, il che contribuisce anche alla loro erosione ed al cedimento dei muretti di protezione.

«Ogni progetto in Italia si ferma o si rallenta per il burocratico, la mancanza di soldi, e i vincoli ambientali, per cui anche in questo caso ci si “ripara” dietro a problematiche burocratiche, costi non gestibili, o addirittura vincoli ambientali», chiosa Umberto Righi, che però insiste sull'urgenza dell'intervento per cui non vi sono più scuse: «La soluzione per la messa in sicurezza del fiume Entella è una sola, dragare».

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