l'inchiesta

Indagati tre sindaci per il crollo del cimitero di Camogli

Finirono in mare 415 bare: 50 non sono mai state recuperate

Indagati tre sindaci per il crollo del cimitero di Camogli
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L'attuale sindaco di Camogli, Francesco Olivari, e i due predecessori, Italo Salvatore Mannucci e Giuseppe Maggioni, sono stati iscritti nel registro degli indagati per il crollo del cimitero di Camogli avvenuto il 22 febbraio 2021, che trascinò con sé 415 feretri.

Iscritti nel registro anche due dirigenti del Comune, responsabili dell'ufficio Lavori Pubblici.

Secondo il pm Fabrizio Givri e l'aggiunto Paolo D'Ovidio, i cinque sarebbero responsabili del crollo perché avrebbero omesso di disporre lavori di messa in sicurezza della porzione della falesia su cui si trova il cimitero nonostante fosse stata classificata a rischio elevato. Già nel 2002 studi geologici, commissionati dallo stesso Comune, avevano evidenziato la necessità di eseguire opere a mare di protezione della falesia dal moto ondoso e l'installazione di tiranti. Non solo. Già dai primi anni del 2000 sia gli studi geologici che gli esposti dei residenti avevano rilevato fessure e crepe sulle pareti dei muraglioni.

Il perito dovrà stabilire le cause del crollo e se fosse prevedibile, visti gli studi commissionati nel tempo e gli allarmi lanciati dai residenti. Il tecnico dovrà anche stabilire se i lavori fatti nel tempo (l'ultimo era in corso proprio al momento del crollo) su commissione del Comune fossero idonei ad evitare il crollo.

Delle 415 bare finite in mare 365 sono state recuperate, di queste 57 sono stati identificati grazie all'analisi del Dna. Di 50 non si sa più nulla.