Caritas

"Indumenti abbandonati, così non va"

Parla Elvio Chiappe, segretario del Centro Ascolto Caritas di Lavagna

"Indumenti abbandonati, così non va"
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"Da tempo, nonostante vistoso avviso apposto alla porta del nostro Centro, vengono abbandonati in strada, davanti e nei pressi, sacchi di indumenti usati, che non possono essere ritirati dalla Caritas per motivi di igiene (passeggio di numerosi cani) e di sicurezza sanitaria a seguito della pandemia Covid19".

A lanciare l’allarme è Elvio Chiappe, segretario del Centro di Ascolto Caritas di Lavagna.

"Finora il Centro Caritas non può ripristinare il regolare servizio di Guardaroba - evidenzia Chiappe - per cui si invitano i cittadini a tenere per il momento in casa eventuali capi di vestiario, in ottimo stato, che volessero in seguito donare".

Anche il Guardaroba presso il santuario di Sant’Antonio a Chiavari (via San Francesco), è al momento chiuso, mentre risulta aperto il Guardaroba presso la chiesa di Borgonovo, valle Sturla, il lunedì dalle ore 17.30 alle 18.30.

Nel territorio del Tigullio esiste il Servizio Cassonetti Gialli, così articolato come spiega Chiappe: servizio completo nei Comuni di Sestri Levante, Casarza Ligure, Zoagli, Rapallo, Santa Margherita Ligure. Servizio parziale a Chiavari, nei seguenti punti di raccolta periferici: via Devoto (circonvallazione, prima salita lato est); via Santa Chiara, Sampierdicanne, sotto ponte autostrada via San Rufino, Sampierdicanne, (dopo il Banco di Chiavari); via E. Franceschi, presso campetto ex Colonia Agricola.

Servizio parziale a Cogorno, a San Salvatore: via Risorgimento, presso parcheggio/piazza mercato; via 4 Novembre, dietro al Villaggio del Ragazzo.

"Ci risulta che l'attuale gestore del servizio NU a Chiavari, ditta Aprica, vorrebbe incrementare tale servizio nella città - ricorda Chiappe -. Inoltre anche che l'amministrazione lavagnese aveva annunciato un servizio alternativo ai cassonetti gialli, non ancora messo in atto. Ma nel frattempo ha tolto tutti i cassonetti gialli lavagnesi esistenti. Speriamo che, dopo i ritardi dovuti alla pandemia da Covid19, sia la Caritas, sia gli altri Enti citati mettano in atto al più presto questo servizio.

Vorremmo infine far notare che proprio l'attuale pandemia ci costringe a rivedere tante nostre abitudini di spreco economico e di uso indiscriminato del territorio e delle sue risorse, a svantaggio soprattutto delle persone e dei Paesi più poveri.

Anche il riuso oculato della risorsa del vestiario usato, permette un risparmio amministrativo, evitando di buttare nella nettezza urbana beni ancora fruibili, a vantaggio del bilancio comunale, aiutando nel contempo a compensare i sempre più evidenti squilibri economici sociali, che in un modo o nell'altro poi tutti siamo costretti a pagare".

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