Insegnanti in rivolta in Val Petronio
Sciopereranno domani, lunedì 8 gennaio
Regalo di Natale sgradito per migliaia di insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria: il 20 dicembre scorso un pronunciamento inaspettato ha messo in discussione il loro titolo di abilitazione all’insegnamento, facendo ripiombare nell’incertezza anche chi, finalmente, era riuscito a lasciarsi alle spalle il precariato.
Insegnanti in rivolta, parte la protesta
Un gruppo di loro, provenienti dalla Val Petronio e dai Comuni limitrofi, hanno aderito al Coordinamento diplomate magistrali abilitate nazionale, e spiegano perchè domani, lunedì 8 gennaio non saranno in classe per la ripresa delle lezioni, ma nelle piazze d’Italia a scioperare. Hanno vissuti e storie diversi, sono madri e mogli con alle spalle anni di precariato, corsi e specializzazioni; tutte sono tuttora, o erano, inserite nelle cosiddette graduatorie ad esaurimento, sognando una stabilità, anche economica, che solo l’agognato posto in ruolo può garantire. A condividere questa battaglia sul territorio ci sono Rosella Battilana di Castiglione Chiavarese, Edelweiss Lasagna di Sestri Levante, Giusy Sipione di Casarza Ligure, Barbara Stella e Mariangela Lodi di Chiavari e Sara Cella di Lavagna, tutte attualmente impiegate a Chiavari e Sestri Levante. «Chiediamo alle famiglie di appoggiarci e comprendere le ragioni dello sciopero, che sarà massiccio: la nostra battaglia è soprattutto a favore della continuità didattica – spiegano le maestre – . Chiediamo solo di poter continuare a lavorare ed essere stabilizzate, grazie al diploma che ci ha consentito di insegnare fino ad oggi». Ad essere messo in discussione è proprio il titolo di abilitazione all’insegnamento conseguito prima del 2002: improvvisamente potrebbe cessare di essere valido. "Molte hanno oltre 15 anni di esperienza sul campo: in questi anni non solo abbiamo insegnato, ma abbiamo anche predisposto piani educativi per bambini disabili o con distubi specifici dell’apprendimento, svolto scrutini e firmato pagelle – aggiungono – come pensa di sostituirci il Miur? Con altri precari che poi licenzierà dopo 36 mesi, come sancito dalla Corte di Giustizia Europea?".