La polemica a Rapallo

"Io c’ero", ma vi sono costato 3.000 euro

Il filmato di ringraziamento che emoziona, ma che divide la politica

"Io c’ero", ma vi sono costato 3.000 euro
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"Mentre tantissimi concittadini compivano il loro dovere civico restando a casa tanti altri si alzavano presto andando al lavoro per il bene della collettività".

La polemica

Così l’amministrazione introduce il video emozionale, commissionato a uno studio rapallese, per ringraziare chi "con spirito di abnegazione, ha fatto in modo che le necessità primarie fossero garantite nella fase 1 dell’emergenza Coronavirus".

"La fase 2 aprirà scenari diversi, tante sono le preoccupazioni, alcuni il lavoro lo hanno perso, purtroppo, altri stanno lottando per mantenerlo: noi vi saremo vicini - assicura il primo cittadino - Non dimentichiamoci che la guerra al virus non è conclusa e dobbiamo continuare a comportarci responsabilmente, tenendo le distanze sociali, indossando la mascherina e adottando tutte le prescrizioni igieniche necessarie, rispettando ognuno il proprio ruolo".

Un bel gesto? Senza dubbio, ma la gaffe è dietro l’angolo, con tanto di accuse incrociate di inopportunità e favoritismi. A lanciare la prima pietra è Andrea Carannante:

"Avete visto il video sul covid prodotto dal Comune? Commovente, peccato che sia costato 2.964 euro ai cittadini - stigmatizza - Possibile che in un momento come questo si debbano spendere questi danari?".

"Somme che si potevano e si dovevano spendere per aiuti alle famiglie e alle imprese - incalzano dalla segreteria del Pd rapallese - Non vogliamo entrare in nessuna polemica non vogliamo fare nessuna particolare battaglia, ma costatiamo l’inopportunità della determina".

Basta pensare alle recenti dichiarazioni del Comune che, in merito ai buoni spesa, inquadrava i contributi erogati tra i 150 e i 300 euro, a seconda delle dimensioni del nucleo familiare. La domanda sorge dunque spontanea, perché con quella somma si sarebbero potute sostenere le esigenze di 10 o 20 famiglie rapallesi. Carannante apre poi un secondo tema di dibattito:

"È stato indetto un bando o un concorso, oppure sono gli stessi che gestiscono le compagne elettorali dei candidati delle regionali?".

E qui apriti cielo, con gli immediati distinguo di Alessandro Puggioni della Lega che esorta Carannante "a fare nomi e cognomi delle persone a cui allude", così come Domenico Cianci che invita a "non infangare tutti". Salvo distinguo, di chiarimenti sui nomi non ne sono mai giunti. Un dato della determina balza però agli occhi: la somma è stata imputata a “Spese diverse per igiene e sanità pubblica”. Che sia questa la velata connessione (con il consigliere di riferimento) a cui accenna Carannante?

L’iniziativa, lo ribadiamo, è sicuramente apprezzabile, ma sorge ancora un interrogativo: perché non imitare il Comune di Milano, che ha realizzato la stessa idea - pur con maggiore efficacia comunicativa, dando anche indicazioni utili ad affrontare la fase due - servendosi di un’azienda meneghina che ha prestato gratuitamente la propria opera?

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