La Caravella ha affondato Iren in Cassazione
Sentenza pilota nella vertenza contro le indebite voci in bolletta su costi fissi depurazione acque: la Suprema Corte da ragione al condominio

Una sentenza destinata a spianare la strada a decine di ricorsi. Sono sempre di più i cittadini che, con il prezioso aiuto di legali e associazioni di consumatori, stanno vincendo cause contro Iren, sollevate in virtù del fatto che in bolletta viene pagata una quota fissa di depurazione delle acque, anche laddove non esiste un impianto deputato a fornire questo importante servizio.
Battaglia legale
È il caso di molti Comuni della Val Petronio e anche di Rapallo, dove una sentenza del 20 aprile scorso ha dato ragione agli inquilini del condominio "La Caravella". L’avvocato Vittorio Petrocco ha personalmente seguito la sentenza in Cassazione, proseguendo il lavoro del collega Marco Mori che aveva patrocinato il condominio in primo grado e in appello (e che segue altri analoghi procedimenti su Rapallo), così come sta avvenendo con Giulio Muzio per le cause sporte da Assoconsum in Val Petronio.
"È la sentenza capofila in questo ambito circa la ripetizione dei canoni di depurazione nei confronti dei Comuni come Rapallo, che ne sono di fatto sprovvisti – spiega Petrocco - . Spianerà la strada a molte altre richieste di rimborso delle quote corrisposte per una depurazione non fruita".
È passato oltre un decennio da quando il condominio, nella persona dell’amministratore, ha chiesto per la prima volta la restituzione delle quote di depurazione pagate dai condomini, per una somma di svariate migliaia di euro: perché pagare per un servizio che, di fatto, non viene corrisposto?
"Nel 2017 Iren fa ricorso in appello, adducendo come motivazione che i soggetti interessati ad ottenere il rimborso dovevano presentare una domanda amministrativa e, solo in caso di risposta negativa, ricorrere davanti al Giudice – spiega Petrocco - . Tale norma aveva valore temporale limitato nel tempo, e non rappresenta una norma di improcedibilità. Poiché di fatto non c’erano le condizioni per avanzare questo tipo di richiesta, non ve ne è traccia neppure sul sito internet della società, la Cassazione si è pronunciata sulla improcedibilità dichiarando che vi erano le condizioni per ricorrere al giudice per ottenere il rimborso".
Il 20 aprile 2020 l’attesa notizia: la Corte ha rigettato il ricorso di Iren, condannandola a corrispondere sia le quote di depurazione dei condomini, sia le spese legali.
"Abbiamo finalmente messo fine a questa storia: là dove non viene erogato un servizio completo il gestore deve restituire le somme, come stabilito dalla Corte Costituzionale nel 2008 – spiega l’avvocato Mori - . La partita è chiusa per Rapallo, ma anche per tanti altri Comuni".