Genova torna ad essere uno dei principali epicentri della mobilitazione per la Palestina. Dopo la grande manifestazione di ieri sera, quando circa tremila persone sono scese in piazza non appena si è diffusa la notizia dell’abbordaggio della Global Sumud Flotilla da parte dell’esercito israeliano in acque internazionali, la protesta prosegue oggi e culminerà domani, venerdì 3 ottobre, con lo sciopero generale nazionale indetto da Usb e sostenuto anche dalla Cgil.
Presidio permanente al porto di Genova
Da questa mattina, giovedì 2 ottobre, Usb ha organizzato un presidio permanente a varco Albertazzi, punto strategico per l’accesso al porto. La mobilitazione ha già provocato forti rallentamenti al traffico su lungomare Canepa in direzione levante e sulla strada Guido Rossa, a causa della chiusura dei varchi portuali.
La scelta del porto non è casuale: l’obiettivo dichiarato del sindacato è bloccare le attività legate all’invio di materiale bellico e ai traffici commerciali con Israele, chiedendo un embargo immediato e denunciando la “complicità del governo italiano con il genocidio in corso a Gaza”.
«Lo sciopero generale diventa fondamentale per fare ciò che il governo non fa – spiega in una nota Usb –: fermare i traffici verso Israele e restituire dignità al nostro Paese, oggi (mercoledì 1° ottobre, ndr) calpestata dall’appoggio dell’esecutivo al massacro in corso».
Domani lo sciopero generale
La giornata di domani, venerdì 3 ottobre si preannuncia ad alta tensione anche nel capoluogo ligure. Lo sciopero interesserà tutti i settori pubblici e privati, con possibili ricadute importanti su trasporti, scuole, servizi pubblici e attività portuali.