L’antica strada ora è un torrente, Giudice: «Più fondi per la sussidiarietà»
I residenti di San Maurizio segnalano importanti situazioni di dissesto, ma è solo l’inizio
Basta una breve pioggia perché la strada comunale che congiunge via San Maurizio alla vicina chiesa frazionale si trasformi inesorabilmente in un fiume in piena. Un notevole disagio per i residenti impossibilitati a percorrerla in caso di maltempo. Un problema ripetutamente segnalato in Comune, ma finora rimasto senza soluzione.
Il caso di San Maurizio
Ci troviamo nel cuore della popolosa frazione alle pendici di Montallegro. Qui la pulizia dei sentieri è affidata al locale Comitato Fuochi, così come avviene con altre associazioni in numerose località del territorio cittadino. Sentieri in perfetto ordine, là dove è possibile intervenire, ma cosa accade se il vicino rio in diversi tratti risulta ostruito? Un quarantotto.
Non serve scarpinare chilometri lungo la strada del “Ciolin”: il problema emerge chiaramente dopo poche decine di metri. Muri spanciati o crollati, sia di proprietà comunale che privata; fondo e gradini sconnessi o divelti sia dall’intervento dei cinghiali che dalla forza dell’acqua. Raggiunto un’ordinato oliveto ecco l’origine della devastazione: massi e materiale di ogni genere ostruiscono l’imboccatura del canale che dovrebbe convogliare le acque piovane nell’alveo del rio, passando al di sotto dell’antica strada comunale. Il risultato è facilmente intuibile: l’acqua devia dal proprio percorso travolgendo ogni cosa.
Un problema differente, ma comunque significativo, riguarda la vecchia strada per Montallegro che - almeno in teoria - dovrebbe collegare la frazione al centro cittadino, passando alle spalle della locale area ludica e del complesso molitorio del XVII secolo. Troppo spesso capita di imbattersi in turisti e amanti delle escursioni costretti a fare dietrofront per un’interruzione improvvisa causata dal crollo di un muro.
La scalinata si trasforma in un fiume in piena
La scalinata si trasforma in un fiume in piena
Giudice: «Si intervenga al più presto»
«È importante intervenire al più presto - rimarca Gerolamo Giudice, storicamente noto come il politico delle frazioni, interpellato da diversi residenti esacerbati - Sembrano opere di secondaria importanza, ma ne va della tutela di un bene naturalistico prezioso oltre che di una via di collegamento ancor oggi utilizzata».
Giudice, sollecitando il Comune affinché vengano presi provvedimenti, ne approfitta per chiedere apertamente nuovi stanziamenti per la sussidiarietà e un aggiornamento delle aree da destinare alla tutela e presidio di associazioni e comitati del territorio. «L’affidamento dei sentieri che avevamo attivato funziona egregiamente, ma ci sono ancora molte altre realtà, ad oggi non contemplate, che meriterebbero attenzione - spiega - Ora che le risorse economiche sono disponibili, occorrerebbe investire ancor di più sulla sussidiarietà. Riprendiamo ad esempio ad affidare ai comitati la pulizia dei rii, come avevamo fatto in via sperimentale fino al 2012 a Sant’Andrea di Foggia». Qui, in tre anni di lavoro, gli abitanti bonificarono circa 600 metri di fiume, rimuovendone dall’alveo l’impressionante mole di 400 quintali di legname. Una quantità sufficiente al riscaldamento di otto famiglie per un paio d’anni. «Si perché se davvero si vuol fare prevenzione, occorrono interventi capillari su tutto il territorio e una maggior manutenzione e cura di rii e torrenti collinari. Affidandone la gestione alle realtà locali, situazioni disastrose come questa andrebbero progressivamente a scemare. Le grandi opere in pieno centro, come la copertura del San Francesco, da sole non bastano se si lasciano immutate le criticità più a monte»