Ha fatto nascere tanti bambini, ora Laura Robles è andata in pensione

Dopo 41 anni e 8 mesi di lavoro, la dottoressa Laura Robles, per tante mamme considerata un'istituzione, è andata in pensione il 1° novembre scorso.

Ha fatto nascere tanti bambini, ora Laura Robles è andata in pensione
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Ha fatto nascere tanti bambini in oltre quarant'anni di lavoro. Anche per questo la dottoressa Laura Robles è considerata un'istituzione.

Laura Robles, una vita in aiuto delle mamme e dei loro neonati

41 anni e 8 mesi di lavoro. Praticamente una vita, in aiuto e a sostegno delle mamme e dei loro neonati. Prima al lavoro nell’ospedale di Chiavari e poi nel reparto di ostetricia dell’ospedale di Lavagna, la dottoressa Laura Robles è andata in pensione il 1° novembre 2017, dopo aver assistito a migliaia di parti.

Quante volte è diventata mamma? «Nella vita una, con mio figlio Matteo. Sul lavoro, francamente ho perso il conto. Negli ultimi 12 anni come capo ostetrica mi sono concentrata maggiormente sul lavoro di organizzazione affinché le mamme e i loro bimbi avessero una buona nascita naturale, rispettosa dei tempi della gravidanza della madre e dello sviluppo del bambino».
In questi anni il parto come è cambiato? «I bambini nascono sempre nello stesso modo, ma è cambiato l’approccio sulla nascita. Diciamo che si è resa giustizia alla mamma e al bambino. La gravidanza è un momento fisiologico, di gioia per la coppia, e non una malattia. Prima era maggiormente medicalizzata».

Quale immagine le viene in mente del suo primo giorno di lavoro? «Ero giovanissima, molto motivata ma anche molto inesperta. Ricordandolo provo una grande tenerezza, la stessa di quando ho inserito nuove ostetriche al lavoro. Ho sempre cercato di fare tesoro di ciò che mi insegnarono le vecchie leve e le mamme con i loro bambini».

E del suo ultimo giorno di lavoro, lo scorso 31 ottobre? «Non poteva essere un giorno come gli altri e mio marito Mauro è venuto a prendermi dicendomi: “Vengo a prenderti a lavoro perchè per noi inizia un nuovo momento della nostra vita, e andiamo a cena a festeggiare”. E’ stato carinissimo, perché era preoccupato per me. Quel giorno ho visto ogni stanza e anfratto dell’ospedale per cercare di portarlo tutto nel mio cuore».

Cosa pensa di aver dato in questi anni? «Ho voluto ridare al parto l’importanza e la poesia che meritano. Mai mi sono dimenticata che chi arriva a questo mondo è un nuovo abitante del mondo. Come dice il detto, chi ben inizia è a metà dell’opera e così soprattutto con la nascita. Essa rimane impressa nel nostro inconscio per sempre».

Nel 2012, le è stato assegnato l’Esculapio d’oro. Da tante pazienti, poi è considerata un’istituzione… «Alla cerimonia Giancarlo Mordini mi presentò dicendo che dando una buona nascita avrei fatto una buona prevenzione contro le malattie; la motivazione invece era perché molte mamme si erano trovate bene con me. Un’istituzione? Se mi dicono così...».

Il suo lavoro è stato pieno di momenti belli. «Su tutti la gioia negli occhi della mamma e la serenità nel bambino. In questa professione vivi la gioia di aver contribuito ad un evento così importante per un rito che si rinnova da sempre. Mi sono sempre sentita una custode della nascita».

Progetti futuri e ringraziamenti dopo questo nuovo inizio? «Sicuramente aprire un blog con consigli sulla nascita. Ringrazio tutte le mamme che mi hanno aiutato a crescere e i loro bambini; la mia famiglia che mi ha sostenuto in tutto questo tempo. Tornassi indietro non cambierei una virgola di ciò che ho costruito, senza presunzione. Auguro a tutti i bimbi che arriveranno da ora all’eternità una buona nascita».

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