Lavagna allagata, il Comitato Giù le mani dal fiume Entella attacca Regione e Città metropolitana
“Dopo le demolizioni del seggiun napoleonico in prossimità del Ponte della Maddalena, la piena del fiume ha rotto proprio in quella zona, arrecando danni importanti. Tenuto conto che per oltre duecento anni, il seggiun ha difeso Lavagna dalle piene del fiume, nell’immediato non sfugge la correlazione fra quanto è avvenuto ed i lavori in corso"
A causa del maltempo in diversi quartieri di Lavagna, dove diverse strade erano allagate, è stata rilevata la fuoriuscita di acqua sporca dai rubinetti a causa di un guasto poi risolto. Iren aveva sconsigliato l'uso dell'acqua corrente per scopi alimentari fino alle 22 sempre di ieri sera. Non solo, molte zone della città sono rimaste senza luce. Uno scenario che ha portato il portavoce del Comitato Giù le mani dal fiume Entella, Giovanni Melandri, ha tornare alla carica contro Regione Liguria e Città metropolitana di Genova per via della demolizione del Seggiun necessaria alla realizzazione della cosiddetta diga Perfigli.
“Dopo le demolizioni del seggiun napoleonico in prossimità del Ponte della Maddalena, la piena del fiume ha rotto proprio in quella zona, arrecando danni importanti. Tenuto conto che per oltre duecento anni, il seggiun ha difeso Lavagna dalle piene del fiume, nell’immediato non sfugge la correlazione fra quanto è avvenuto ed i lavori in corso"
“Dopo le demolizioni del seggiun napoleonico in prossimità del Ponte della Maddalena, per l’edificazione delle nuove opere idrauliche sul fiume Entella, che comprendono anche i discussi quanto discutibili argini in cemento armato sulla sponda lavagnese, la piena del fiume ha rotto proprio in quella zona, arrecando danni importanti – ha rimarcato Melandri - tenuto conto che per oltre duecento anni, il seggiun ha difeso Lavagna dalle piene del fiume, nell’immediato non sfugge la correlazione fra quanto è avvenuto ed i lavori in corso. Non si vuole anticipare nulla a riguardo di eventuali responsabilità che, nel caso, saranno accertate nelle sedi opportune, rimane tuttavia rammarico ed indignazione tenuto anche conto di quanti ed in particolare diversi fra i proprietari dei terreni sulla piana, fra tutti ricordiamo i Bastien, per oltre vent’anni si sono battuti in ogni sede contro tali opere da sempre considerate inutili, se non dannose. Opere che erano state pensate nei primi anni 2000, per consentire l’edificazione dell’intera piana e che oggi risultano del tutto superate. Opere che sfigurano in modo irreversibile un territorio di particolare pregio paesaggistico, noto per le importanti coltivazioni, che rischiano di essere abbandonate con l’avanzare dei muraglioni. Regione Liguria e Città metropolitana hanno, invece, voluto e vogliono andare avanti, nonostante la diffusa contrarietà della gente, specialmente di quella che da tali opere dovrebbe essere difesa e che ora si ritrova a fare la conta dei danni subiti – conclude Melandri - tutto ciò lascia l’amaro in bocca per una politica lontana dalla gente e dal territorio, che cerca consenso, ma non ascolta”.