Lavagna, Comune allo sbando verso il default

La Corte dei Conti motiva la sentenza che ha bocciato il piano di rientro della Commissione: tasse non riscosse, dipendenti in sovrannumero e gestione spregiudicata dell'indebitamento, situazione troppo disastrata per non ripartire da zero

Lavagna, Comune allo sbando verso il default
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Sono arrivate le motivazioni della sentenza con la quale la Corte dei Conti regionale ha bocciato il piano di rientro quinquennale presentato dalla Commissione straordinaria che amministra il Comune di Lavagna, commissariato per mafia. Le riepiloga nell'apertura del Levante l'edizione odierna del Secolo XIX, e sono durissime: oltre 11 milioni di debito maturato in anni di gestione incoerente, spregiudicata e masochista. Tributi locali non riscossi per sei anni, dal 2002 al 2008, troppi mutui e impiego di un numero di dipendenti - 120 - assai superiore alle necessità. E poi fatture non pagate, contenziosi regolarmente perduti, la lista è lunga, e il piano della Commissione che si basa sull'aumento al massimo delle tasse attuali non convince la Corte dei Conti che, neppure tanto fra le righe, caldeggia piuttosto la dichiarazione di dissesto finanziario affinché si possa "ripartire da zero". Non si escludono neppure procedimenti per identificare responsabili individuali di tali danni erariali, ma, nel frattempo, la Commissione annuncia ricorso alla Corte dei Conti a Roma: si andrà dunque probabilmente per le lunghe, e il caos che regna in un disastrato Palazzo Franzoni getta anche ombre scure sulla prossima tornata elettorale. Chi e come si potrà presentare come candidato per prendere le redini di una simile patata bollente?

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