Coronavirus

Lavorare ai tempi del coronavirus: "Noi proseguiamo"

Parla Christian Gastrini, titolare di un’azienda di famiglia (allargata)

Lavorare ai tempi del coronavirus: "Noi proseguiamo"
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"Se qualcuno non se la fosse sentita di proseguire a lavorare, non ci sarebbero stati problemi. Avremmo trovato un accordo fraterno visto che l’azienda è a conduzione familiare. Qui non c’è il classico rapporto tra datore di lavoro e dipendente".

La testimonianza

Appena è scoppiata l’emergenza Coronavirus, Chistian Gastrini è stato chiaro con i suoi ragazzi. L’azienda di vendita all’ingrosso di prodotti avicoli, carni rosse e bianche, uova e salumi di corso Buenos Aires a Lavagna prosegue a lavorare. La famiglia (allargata) Gastrini è composta da Roberto, dalla moglie Graziella, dal figlio Christian, dal nipote Simone Pasticcio e altri sette dipendenti. Senza dimenticare Lapo, il cane di casa.

"Con il Covid-19 sono cambiate diverse cose – racconta Gastrini – però noi in magazzino, oltre ad utilizzare i guanti da tempo, eravamo già dotati di mascherina. Da una ventina di giorni, invece, chi effettua le consegne deve lasciare i prodotti sulla porta dei nostri clienti, non deve più entrare all’interno delle attività che serviamo. È una questione di rispetto per i miei ragazzi e per i nostri clienti. Meno via vai c’è, soprattutto nel settore degli alimentari, meglio è. In ufficio, perché nella zona operativa del magazzino l’assembramento non avviene, cerchiamo di mantenere l’ormai famoso metro di distanza. Alla fine di ogni mattina di lavoro sanifichiamo il magazzino e tutti i mezzi che abbiamo usato, oltre alle maniglie e a tutti quei luoghi dove potrebbe nascondersi questo maledetto virus. Ormai teniamo aperto solo mezza giornata – prosegue Gastrini – un po’ per scelta, un po’ perché il calo di lavoro, inevitabilmente, c’è stato.  La nostra attività, essendo all’ingrosso, riceve poche visite da parte dei clienti. Nel caso, però, dovessero arrivare, così come i nostri fornitori, possono entrare solo uno alla volta. Nonostante tutto – conclude il 39enne chiavarese – possiamo ritenerci fortunati perché il settore alimentare deve forzatamente restare aperto. A livello economico, a due settimane dalla Pasqua, i numeri sarebbero stati ben diversi ma c’è anche da dire che, al momento, non ci sono stati problemi a reperire la carne. Anche il prezzo è lievitato".

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