Le ragazze dello Sprar trovano una nuova casa
Camogli si riconferma culla dell’accoglienza

"Per tre delle ‘nostre’ ragazze è iniziato un nuovo meraviglioso percorso: la firma del primo contratto d' affitto. Inizia oggi un nuovo meraviglioso capitolo delle vostre vite, che si è potuto realizzare grazie alla collaborazione di più parti e soprattutto al sostegno di tante persone che, in decine di modi diversi, hanno reso possibile il conseguimento di tale obiettivo".
Camogli
Così Simona Ceccon, volontaria nella grande famiglia dello ‘Sprar Camoglino’, sistema che accoglie i rifugiati, annuncia la firma del primo contratto di affitto, siglata sabato 20 giugno. L’evento rimarrà nella storia di questa realtà attivissima, nata con Suor Rosa, a Casa Stella, nel Convento di Sant’Anna. Ne sono protagoniste: Osas, Aissata e Anita, giovani donne che - testimonia Ceccon - con coraggio, impegno e determinazione, in questi anni, hanno individuato e raggiunto obiettivi personali importanti. Tutte stipendiate, vanno a vivere da sole insieme, proprio loro che a Camogli sono diventate amiche inseparabili in 5 anni e ora possono non abbandonare gli amici che le hanno accolte.
"La luce in fondo al tunnel – dice Ceccon – è una vita indipendente".
Tra i progetti, anche un ‘articolato’ ricongiungimento, il sogno che vive nel cuore di una mamma, che ha la stanza più grande dell’appartamento, pensando al posto per il secondo letto, sempre con il prezioso aiuto dello Sprar del borgo. Anche per il trasloco si sono mossi in tanti, così ecco l’arredo completo, e ancor prima l’ospitalità gratuita: Aissata ad esempio viveva al B&B ‘Il piccolo scoglio’ di Claudio Bardocci, per non parlare di chi ha reso più semplici le pratiche per il contratto d’affitto, quelle per l’allaccio delle utenze. L’appartamento, poi, è di una nota famiglia del borgo, proiettata verso chi ha meno possibilità, che ha scelto queste giovani inquiline, piuttosto che altre persone, senza problemi economici e maggior possibilità di spesa. Sempre grazie alla solidarietà che ruota attorno al negozio di Annarita della rivendita ‘Roba dell’altro mondo’, in passeggiata, ecco che anche l’intera caparra è stata coperta. Questo il segnale positivo di una comunità che muta, il ‘raccolto’ di tante persone che credono davvero in quello che fanno e ci mettono amore.