Report Gimbe

“Liguria seconda in Italia per vaccini a categorie non previste”

Un post di Ferruccio Sansa annuncia "Chiederemo alla Regione a chi sono andati i vaccini"

“Liguria seconda in Italia per vaccini a categorie non previste”
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Con un post sulla propria pagina Facebook, il Consigliere regionale di opposizione ed ex candidato alla presidenza Ferruccio Sansa, riporta uno studio della fondazione Gimbe sulla distribuzione dei vaccini Covid in Liguria e in tutto lo Stivale.  In percentuale, la Liguria avrebbe il secondo numero più alto di personale non sanitario vaccinato. “A chi sono andati i vaccini?”

Vaccini a personale non sanitario

“La Liguria, – scrive Sansa –  rispetto a tutte le altre regioni, ha una percentuale di personale non sanitario vaccinato contro il Covid che è la seconda più alta in Italia (dopo la Lombardia): il 39 per cento. Una fascia, quella dei non sanitari, che non è prevista dal Piano vaccinale. A dirlo – specifica il consigliere – è la fondazione Gimbe in uno studio pubblicato ieri”.

Il report della fondazione

“Secondo il report, – continua Sansa , dati Gimbe alla mano – al 27 gennaio in Italia hanno completato il ciclo del vaccino anti Covid con la seconda dose 270.269 persone, pari allo 0,45% della popolazione italiana ma con marcate differenze regionali: si va infatti dallo 0,16% della Calabria allo 0,70% del Lazio. Inoltre, ben 350.548 dosi, pari a oltre il 23%, sono state somministrate a personale non sanitario, una fascia non prevista dal Piano vaccinale.”

Due dosi solo per il 14% della popolazione

“Con questo ritmo – prosegue – , avverte Gimbe, entro aprile avremo due dosi a disposizione solo per il 14% popolazione. Come ricorda la Fondazione, secondo il piano vaccinale le categorie da vaccinare con priorita’ sono 3: operatori sanitari e sociosanitari (a cui sono andate finora il 67,1% dosi), personale ed ospiti delle Rsa (finora 9,7% dosi) e persone over 80 anni (0,9% dosi)

“A chi sono andati i vaccini?”

“In questa fase critica della pandemia – in cui abbiamo assistito a continue rimodulazioni al ribasso delle forniture dei vaccini,  – prosegue – in cui siamo minacciati delle nuove varianti del virus e da una verosimile risalita della curva epidemica una volta esauriti gli effetti della ‘stretta’ di Natale – è fondamentale che le, pur poche, dosi di vaccino disponibili siano utilizzate per proteggere chi lavora in prima linea con i pazienti e le persone più fragili, come previsto dal Piano vaccinale. Chiederemo – conclude –  alla Regione di sapere a chi sono andati i vaccini.”

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