le indagini

L'ombra del satanismo dietro il femminicidio di Mattarana?

Nuovi, inquietanti dettagli sulla vicenda: le ricerche sul web dell'uomo, la dipendenza dagli stupefacenti, un movente che non si trova

L'ombra del satanismo dietro il femminicidio di Mattarana?
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Una nuova, inquietante ombra sull'omicidio avvenuto a Mattarana all'Antica Locanda Luigina: il marito di Rossella Cominotti, Alfredo Zenucchi, accusato dell'omicidio volontario della donna che aveva sposato lo scorso 9 marzo nel comune di Bonemerse, in provincia di Cremona, era solito frequentare su Facebook siti e pagine sataniche, che evocano “Angeli e demoni”, sangue e vampiri. La coppia inoltre faceva uso di eroina e anche nella camera d'albergo dove è avvenuto l'omicidio sono state ritrovate diverse siringhe. Questo quanto trapela dalle indagini, come riportato dal quotidiano Repubblica.

La ricostruzione

La coppia arriva a Mattarana una settimana prima del delitto: prima di partire hanno scritto una lettera, in cui si promettono di darsi la morte tagliandosi reciprocamente la gola. «Sarebbe bello far ricordare agli altri il nostro amore... in questo modo durerà eterno... ma dite che siamo morti con il gas di scarico della macchina» è scritto nella lettera che, secondo il marito, avrebbe materialmente scritto la moglie ma che entrambi sottoscrivono.  Il movente non è chiaro: l'attività gestita dai due, un'edicola, è in perdita ma le loro condizioni economiche non sono drammatiche, la donna è proprietaria della casa in cui vivono e possiede addirittura, sembra, un Rolex d'oro. I due alloggiano a Mattarana, dove già il 3 dicembre, secondo la ricostruzione del marito che mostra le cicatrici, la moglie prova a ferirlo mortalmente al collo senza riuscirci.

La sera di mercoledì 6 dicembre Zenucchi sgozza con un rasoio la moglie: un taglio netto, ma la donna non muore subito e non sembra riuscire o voler dare seguito all'intento di uccidere a sua volta il marito. Sarà ritrovata la mattina di venerdì 8 dicembre, dopo che il Zenucchi l'ha vegliata per quasi due giorni e poi ha lasciato frettolosamente la locanda, diretto in Lunigiana. Vicino a lei l'arma del delitto.

Fermato dai Carabinieri la sera dello stesso giorno, Zenucchi mostra cicatrici ai polsi, affermando di aver tentato di togliersi la vita senza riuscirci.  «Si stava dirigendo verso Villafranca, aveva individuato un rettilineo per schiantarsi con l’auto» dice il suo avvocato Alberto Rimmaudo. La vicenda rimane, al momento, nell'ombra più fosca e inquietante: a tentare di fare luce i carabinieri del Nucleo investigativo di La Spezia guidati dal maggiore Marco Di Iesu e il pm di turno Elisa Loris. L'uomo si trova nel carcere di Massa.

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