Il personaggio

"Mai dire mai! Grazie all’amore mi sono riscoperta maratoneta e scrittrice"

A tu per tu con la chiavarese Manuela Lambruschini: "Dalla Muraglia cinese a New York"

"Mai dire mai! Grazie all’amore mi sono riscoperta maratoneta e scrittrice"
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Partecipare nello stesso anno alla Grande Maratona della Muraglia Cinese e qualche mese dopo a quella di New York, partendo da zero: è quello che è successo a Manuela Lambruschini, chiavarese, per tutti “La Manu”, che grazie all’amore è riuscita a fare cose che mai avrebbe immaginato nella sua vita.

Il personaggio

Il merito è anche del marito Luca Perazzo, 45, che l’ha stimolata e le ha dato le "chiavi giuste per aprire porte che erano state sempre lì, ma da sola non avrei mai attraversato". Nel periodo della quarantena Manuela, che nella vita di tutti i giorni lavora in una boutique a Portofino, è riuscita a chiudere il suo primo libro (“Io odio correre: Diario di una maratoneta per amore”, disponibile su Amazon e Kindle) che racconta, in maniera semplice e divertente, tutte queste trasformazioni vissute da una persona "normalissima, come tante", come ama definirsi, "e che spero siano da stimolo per tutti: se ce l’ho fatta io, ce la può fare chiunque". La “Manu” vorrebbe far passare il messaggio che "se credi in qualcosa, qualsiasi cosa sia, non c’è obiettivo abbastanza grande da superare! Preparare una maratona è una fatica devastante, quando la prima volta ho visto il traguardo e il volto di mio marito, mi sono sentita scoppiare il cuore: alzare la posta, provare in qualcosa che ci ispira, conservare una piccola parte sana di ambizione, dà una soddisfazione enorme! Lo si fa soprattutto per se stessi ma anche per condividere, altrimenti la vita che senso ha? Io ho avuto la fortuna di avere a fianco persone che mi hanno sostenuta e incoraggiata in queste due avventure".

Ma come si è avvicinata al mondo della corsa?

"Semplice, ad un certo punto con Luca ci siamo detti, dobbiamo andare dal dietologo, mangiamo troppo: e così ci siamo messi a seguire una vita più sana. Ho provato il crossfit, bellissimo, ma ero lontana dal sentirmi un’atleta, sono una che ha bisogno di stimoli: e nel 2016 quello stimolo è arrivato, la Grande Maratona della Muraglia Cinese. Mi sono lanciata, ho detto dai, facciamolo, senza essere consapevole a cosa andavo incontro: alla fine è stata una soddisfazione immensa".

Nello stesso anno New York:

"Sono stata travolta un’onda energetica pazzesca, una sensazione incredibile. C’erano atleti veri e altre persone, come un gruppo di ragazze vestite con le paillettes che mi è rimasto nel cuore, che non si prendeva troppo sul serio ma poi ha fatto bei risultati: ecco, il mio approccio è questo, provarci ma farlo per il piacere di esserci e di condividere, non per mostrare chissà cosa".

Ora il sogno è la Mezza Maratona al... Polo Nord in autunno:

"Luca è stato il mio innesto, non avrei mai fatto queste cose da sola: mi ha dato la libertà di esprimermi così come sono e condividere con lui dei sogni, e questo è bellissimo".

Una curiosità: il suo libro si sviluppa in 42 capitoli e 195 parole, esattamente come la distanza della maratona che è 42 chilometri e 195 metri, proprio come nella corsa, sono gli ultimi metri e le ultime parole a richiedere il massimo sforzo per chiudere il cerchio.

"Le ultime parole sono le più difficili, sono la spinta finale - spiega - mio papà Pino oggi non c’è più, ma penso sarebbe impazzito di gioia; ringrazio i miei due uomini, Luca e Pino, per avermi dato la spinta finale: non smettete mai di mettervi alla prova!".

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