Mascherine, una vera e propria moda
La testimonianza di Donatella Inzerillo

La mascherina è diventata l’accessorio cult del momento. Lo sa bene Donatella Inzerillo, titolare del negozio di abbigliamento Alfana in via Martiri della Liberazione 181, che ne ha vendute centinaia da quando ha riaperto tre settimane fa:
"Nonostante la chiusura abbiamo sempre lavorato in fabbrica, solo al mattino, perché noi produciamo quello che vendiamo in negozio – racconta -. Abbiamo dunque iniziato a creare le mascherine per noi, per la famiglia, perché a me personalmente danno fastidio tutti i materiali sintetici".
Lavabili per sempre e poco invasive
Una produzione di mascherine di cotone e seta, molto belle ed eleganti:
"Dopo averle fatte per la famiglia, abbiamo acquisito una buona esperienza nel farle e le abbiamo regalate ai militi della Croce Verde, della Croce Rossa e a tutti i ragazzi dei supermercati che a inizio marzo erano sprovvisti di ogni cosa. Si è sparsa la voce e hanno iniziato a chiedercele, sempre regalandole fino al giorno prima della riapertura".
E la voce è arrivata anche al Gaslini Onlus che ha richiesto i dispositivi per i piccoli pazienti.
"A quel punto abbiamo deciso di venderle: non ci aspettavamo che la mascherine diventassero l’oggetto di culto del momento. Credevamo di venderne una cinquantina e invece è stata una strage, è l’oggetto del desiderio della clientela".
Lavabili per sempre, possono contenere dei filtri e non sono troppo invasive per chi le usa:
"Praticamente da produrre borse e accessori di abbigliamento ci siamo riconvertiti. Gli affari sono andati benino, perchè la mascherina si vende ma non è una borsa in pelle".
Sia il negozio che la fabbrica non hanno venduto nulla nei mesi di chiusura:
"Nell’ultimo mese non abbiamo colmato le lacune del “lockdown”, e la diminuzione con lo scorso anno è netta. La gente esce per comprarsi solo cose necessarie tra cui le mascherine".