Sprar

Missione accoglienza a Camogli: "Noi non ci facciamo abbattere"

Giovanni Abbondati ha raccolto l’eredità di Suor Rosa

Missione accoglienza a Camogli: "Noi non ci facciamo abbattere"
Pubblicato:
Aggiornato:

"Non ci facciamo abbattere dai nuovi tempi".

Così Giovanni Abbondati responsabile del sistema di accoglienza Sprar, che ha raccolto l’eredità di Suor Rosa, la prima che ha deciso di dare ospitalità agli immigrati richiedenti asilo, rispondendo subito all’invito di Papa Francesco, al convento delle Suore Missionarie Francescane del Verbo Incarnato, a Sant’Anna. L’esperienza cresce negli anni e continua come impostata, anche dopo il trasferimento della religiosa da Camogli. Il responsabile che ha raccolto il testimone illustra la situazione attuale, tra decreti ministeriali e pandemia. Il Decreto Sicurezza Salvini ha limitato gli accessi al sistema Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati): gli ingressi si sono fermati a gennaio 2020 poi il coronavirus ha dato il colpo di grazia. Oggi è molto più difficile accogliere e il sistema ne soffre.

"A Casa Stella ci sono 20 posti – spiega Abbondati - e di questi, oggi, solo 14 sono occupati. È costante l’operato nostro e dei volontari, che procede senza incertezze, per continuare ad aiutare queste persone sperando che, come promesso, il nuovo Ministro cambi le regole sull’accoglienza e torni a consentire l’implemento dei posti per chi è rimasto fuori a causa delle scelte precedenti: l’obiettivo è incrementare i servizi".

Le iniziative non si fermano e numerosi volontari continuano a gravitare attorno a Casa Stella:

"Un sostegno essenziale e molto importante – aggiunge il responsabile - che ci permette di andare avanti, continuando a tessere una rete informale che nasce dal territorio".

Ne è un esempio il libro di Anita Chieppa, «Storie di Migranti Negli occhi dei bambini», che con Claudia IncertiLaura Schintu e il maestro Sergio Siri, ha reso protagonisti i bambini, divenuti piccoli autori delle illustrazioni: con pennarelli e colori hanno raccontato il loro incontro con i migranti in classe. I proventi supportano l’operato a Casa Stella.

"Anche in streaming noi facciamo sentire la voce di queste persone – prosegue il giovane - sono tempi difficili, ma la determinazione delle ragazze e la vicinanza della comunità sono fondamentali e fanno andare avanti con maggior convinzione".

I mesi di confinamento forzato che hanno coinvolto tutta l’Italia, a causa della pandemia da Coronavirus nei primi mesi del 2020, sono stati una sorpresa anche al convento e ci si è dovuti adattare. Le ospiti, nonostante il Lockdown non si sono mai fermate: la didattica si è interrotta, ma loro hanno continuato a studiare attraverso quella a distanza e due di loro sono anche riuscite a prendere il diploma di terza media, col solo supporto di un pc, predisposto come per tutti gli alunni delle altre scuole, nelle stesse condizioni. Ottimi risultati sono giunti anche dai corsi di formazione a distanza e un’altra giovane di Casa Stella ha preso la qualifica di cameriera con diploma. Alcune di loro escono a fine mese, molto brave e fortunate per aver superato le tempistiche burocratiche: presto andranno a Genova, vicino a luogo di lavoro e cominceranno una nuova vita, forti dell’indipendenza conquistata grazie al progetto camoglino. A Casa Stella sono sospesi i corsi dei volontari di lingua italiana, disegno e altre attività, ma si spera che la situazione cambi e che ricomincino presto, intanto si lavora con la didattica distanza.

"L'impegno di tutti noi prosegue - chiude il responsabile - Non ci facciamo abbattere dai nuovi tempi".

Seguici sui nostri canali