Morbillo, si teme l'epidemia... nei delfini

A far vittime in questi mesi in Italia potrebbe non essere solo il morbillo umano: accertamenti in corso sul cetaceo ritrovato spiaggiato a Recco

Morbillo, si teme l'epidemia... nei delfini
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Il delfino ritrovato spiaggiato a Recco l'altro giorno potrebbe essere morto per una forma di morbillo che si diffonde fra i cetacei: sarebbe il quarto in poche settimane nei nostri mari.

«Unica soluzione sarebbe il vaccino, ma i cetacei non si possono vaccinare»

«L'unica soluzione sarebbe il vaccino», spiega Sandro Mazzariol, ricercatore anatomopatologo all'Università di Padova e coordinatore del Cert sulle pagine del Secolo XIX di oggi che lancia l'allarme, «ma non è praticabile»: già, perché non si sta parlando questa volta di esseri umani (per i quali, in Italia, l'epidemia c'è già, coi numeri di malati in proporzione alla popolazione più alti del mondo - terzo mondo compreso - e già con diversi decessi), bensì di delfini. La stenella ritrovata spiaggiata l'altro giorno a Recco, infatti, potrebbe essere il quarto caso in poche settimane in Liguria. Ed ora sale la preoccupazione per la possibile diffusione fra i cetacei del Mar Ligure.

«Malattia endemica, ma epidemie vi sono già state»

Gli accertamenti sui corpi dei quattro delfini sono ancora in corso, e l'ultima parola arriverà fra qualche giorno, ma se i forti sospetti venissero confermati il rischio di diffusione del morbillo coinvolgerebbe non solo i delfini ma anche molte altre specie di cetacei che abitano i nostri santuari marini, a ponente così come a levante. Il numero di delfini morti ritrovati lungo tutte le coste italiane è relativamente basso - 17 in un mese - il che rende poco consono parlare di «epidemia»: il fenomeno è dunque semmai endemico, la malattia ha cioè una diffusione periodica nella popolazione, con alti e bassi stagionali (nel caso dei cetacei picchi veicolati ad esempio dalle migrazioni), ma sostanzialmente stabile. Nulla a che vedere dunque, almeno per ora, con l'epidemia vera e propria che nei primi anni '90 uccise migliaia di esemplari in tutto il Mediterraneo: ma certo un segnale a cui prestare attenzione.

Recco: l'impatto con la barca forse successivo alla morte

Per quanto riguarda dunque il cetaceo rinvenuto a Recco potrebbe non essere stato - come inizialmente paventato - l'impatto con un natante a causarne la morte: così avevano ipotizzato i veterinari ad una prima analisi, per via di una larga ferita all'altezza della gola del delfino, compatibile con l'urto di una chiglia. Urto che, se il decesso da morbillo fosse confermato, potrebbe dunque essere avvenuto a mammifero marino già morto (e non necessariamente con un'imbarcazione ma anche con un ostacolo immobile come uno scoglio) e trascinato dalle onde, che l'hanno infine scaricato a riva.

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