Morte Camilla Canepa, prosciolti i cinque medici indagati
Il non luogo a procedere per l'accusa di omicidio colposo è stato deciso perché il fatto non sussiste

Sono stati prosciolti da tutti i capi di imputazione i cinque medici dell’ospedale di Lavagna indagati per la morte di Camilla Canepa (nella foto), la studentessa 18enne di Sestri Levante morta nel giugno 2021 per una trombosi dopo la somministrazione del vaccino anti-covid con Astrazeneca.
Per gli inquirenti, coordinati dai pm Francesca Rombolà e Stefano Puppo, l’ex primaria del pronto soccorso, due medici del reparto e un neurologo, non avrebbero seguito quanto previsto dalle linee guida ministeriali di allora, e non avrebbero sottoposto la 18enne a una Tac con liquido di contrasto. Per questo erano accusati di omicidio colposo. Tutti e cinque (il quinto è un altro medico del pronto soccorso) rispondevano anche di falso: nessuno avrebbe annotato l’informazione legata al vaccino.
Il non luogo a procedere per l'accusa di omicidio colposo è stato deciso perché il fatto non sussiste. La formula per il falso invece è quella del fatto che non costituisce reato.
La decisione è stata presa dalla giudice per l'udienza preliminare, Carla Pastorini: presenti in aula i difensori degli imputati, gli avvocati Stefano Savi, Paolo e Andrea Costa, Alberto Caselli Lapeschi, Alessandro Torri e Maria Antonietta Lamazza e i pubblici ministeri Francesca Rombolà e Stefano Puppo. Adesso la Procura potrà decidere se impugnare o meno la sentenza.