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Morte Roberta Repetto, martedì 11 luglio si apre il processo d'appello

Vede imputati per omicidio volontario, violenza sessuale, maltrattamenti e circonvenzione di incapace il guru del Centro Anidra di Stibiveri (Borzonasca) Paolo Bendinelli e per omicidio volontario il dirigente medico chirurgo Paolo Oneda e la psicologa Paola Dora. Martedì 11 luglio parte anche la prima udienza per Teresa Cuzzolin, proprietaria del centro e accusata di circonvenzione

Morte Roberta Repetto, martedì 11 luglio si apre il processo d'appello
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«Piena fiducia nelle istituzioni: speriamo che Roberta ottenga finalmente la giustizia che merita e che gli imputati vengano condannati per i reati a loro contestati». Queste le parole di Rita Repetto, sorella di Roberta Repetto, alla vigilia della prima udienza del processo in Corte d’Assise d’Appello che vede imputati per omicidio volontario, violenza sessuale, maltrattamenti e circonvenzione di incapace il guru del Centro Anidra di Stibiveri (Borzonasca) Paolo Bendinelli e per omicidio volontario il dirigente medico chirurgo Paolo Oneda e la psicologa Paola Dora. Martedì 11 luglio parte anche la prima udienza per Teresa Cuzzolin, proprietaria del centro e accusata di circonvenzione.

Si riapre la battaglia

Roberta Repetto, figlia dell’ex sindaco di Chiavari Renzo, aveva solo 40 anni. Le cause della sua morte, avevano stabilito i giudici, sono state riconducibili all'asportazione di un neo avvenuta al Centro Anidra di Casali di Stibiveri a Borzonasca. Dopo l’operazione la donna aveva infatti sviluppato un melanoma che dopo mesi di agonia, senza esami e supporto psicologico, l’aveva uccisa: è morta al Policlinico San Martino di Genova, il 9 ottobre 2020. Ad operarla, senza anestesia su un tavolaccio del Centro olistico Anidra, è stato il dirigente medico di Manerbio Paolo Oneda che su consiglio del guru del centro Paolo Bendinelli aveva deciso di non effettuare nessun ulteriore controllo.

Una grave mancanza che, hanno sempre ricordati i giudici, ha portato al peggioramento della salute di Roberta, che poi ha perso la vita. Moltissimo il materiale raccolto dopo la scomparsa della donna che ha comprovato le responsabilità dei due, insieme all’intervento della psicologa Paola Dora che ha seguito per mesi Roberta consigliandole di curarsi con tisane e lampade di sale. I due uomini sono stati condannati in primo grado a 3 anni e 4 mesi per omicidio colposo e non volontario. Assolta, invece, la dottoressa.

Subito dopo la condanna del santone e del medico, i Repetto hanno richiesto le motivazioni della decisione del giudice, motivazioni a detta loro «inconcludenti»: il giudice Alberto Lippi scriveva che Bedinelli e Oneda «avevano sottovalutato gravemente le condizioni» di Roberta, ma che i loro comportamenti non potevano essere ritenuti dolosi «al di là di ogni ragionevole dubbio».

Una sentenza che ha convinto i parenti di Roberta a presentare ad aprile di quest’anno un ricorso in Corte d’Appello.

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