Muore operaio in porto a Genova, i sindacati: "Si investe poco in sicurezza"
A perdere la vita un operaio, Giovanni Battista Macciò, 52enne che vive a Castiglione Chiavarese
"Ancora una volta si parla di sicurezza quando c'è un morto, non è più possibile fare così. Sì, è veramente uno stillicidio in tutta Italia e continua questa drammatica conta. Purtroppo adesso è toccato al porto di Genova e siamo qui in blocco. Abbiamo proclamato 24 ore di sciopero, vogliamo capire cosa è successo, vogliamo verificare, vogliamo che non succeda più e che si facciano tutti gli interventi necessari per evitare queste tragedie". Così Roberto Gulli, segretario generale Uil Trasporti di Liguria, commenta la tragedia nel porto di Genova presso il varco Etiopia dove ha perso la vita un operaio, Giovanni Battista Macciò, 52enne che vive a Castiglione Chiavarese.
A perdere la vita un operaio, Giovanni Battista Macciò, 52enne che vive a Castiglione Chiavarese
"Che cosa si può fare? Che cosa si deve fare oggi? Sicuramente ci vuole una maggiore attenzione da parte di tutti e bisogna creare tutte quelle procedure, tutte quelle istruzioni che possono mitigare al massimo queste situazioni" ha aggiunt Gulli. "La prevenzione passa dalla formazione, quindi dagli investimenti. Noi sono anni che cerchiamo di fare il possibile per ottenere un sostegno anche economico per far sì che la gente sappia come comportarsi in difficoltà, in situazioni di pericolo. Purtroppo siamo ancora carenti. Si investe troppo poco".
"Una persona che esce per andare a lavorare, per portare il pane alla famiglia, che non possa tornare a casa è veramente una tragedia immane. Noi lo abbiamo sempre posto quale primo dei punti fondamentali del nostro lavoro, il nostro obiettivo, è arrivare ad incidenza zero. Sappiamo che è utopia, ma noi ci proviamo e continueremo a lottare per ottenere dei risultati che possano un giorno dire abbiamo salvato anche una sola vita" ha detto Mauro Scognamillo, segretario generale Fit Cisl Liguria.
"Ancora una volta si deve parlare di sicurezza sul lavoro quando c'è un incidente mortale, non è possibile andare avanti così. Nella domanda ci sarebbe già la risposta. Siamo alle soglie del 2025, siamo nello stesso luogo dove nel 2007 dopo 5 giorni di rabbia e disperazione su questo varco è nata una legge nazionale sulla rappresentanza, la sicurezza, di cui faccio parte anch'io, che sono gli RLS di sito, ma questo non credo sia il il tema. Ho compiuto 57 anni ad ottobre, quando ho parlato del 2007 fai i due conti eravamo tutti molto più giovani ed eravamo al 32esimo morto su questo varco. Ovviamente senza pensare a quello che è stata la dinamica sulla quale ci sono indagini, ovviamente ma le problematiche sono quelle, una forte produttività, una spinta a fare forse velocemente", ha detto Luca Franza, coordinatore delegati compagnia RLS di sito del porto di Genova.