Nada Cella, parla la criminologa: "Ecco cosa avrei voluto dire"
L'indignazione di Silvia Cella, cugina di Nada: "Una trasmissione vergognosa"
"Questo paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere. Così profetizzava un mio illustre conterraneo poco prima di essere sequestrato in Via Fani. Ad oggi resta l’unico valido ammonimento che dovrebbe essere affisso sulla porta di qualsiasi servizio pubblico, anche televisivo.".
Con queste parole Antonella Pesce Delfino commenta il suo intervento alla trasmissione "Porta a porta" in onda su Raiuno mercoledì 10 gennaio. Un evento televisivo atteso da molti ma che ha lasciato l'amaro in bocca per lo scarso spazio riservato alla criminologa che più di tutti ha contribuito alla riapertura del caso e per il tono con cui i giornalisti in studio hanno affrontato il tema.
"Sulla mia partecipazione a Porta a Porta alcune doverose precisazioni che non mi è stato possibile fare in studio.
Il reato di favoreggiamento ascritto al Dott. Soracco e alla Professoressa Bacchioni è, ovviamente, riferito al 2021 (ma i cosiddetti esperti pare non abbiano dedicato 15 minuti del loro prezioso tempo alla lettura dell’ACIP).
La prospettiva di chi parla senza aver mai provato la gioia (!!) di aspettare giustizia per una figlio che è dietro una lastra di marmo da 28 anni pare non sia condivisa dal codice di procedura penale (per fortuna!).
Il Dna è stato utile per il riconoscimento dell’identità dei Romanov circa 100 anni dopo la loro morte così come per l’identificazione delle vittime delle Torri Gemelle.
Orgogliosa di camminare al fianco dei familiari delle vittime, SEMPRE.
Orgogliosa di aver preso parte a queste indagini condotte all’insegna del senso del dovere.
Orgogliosa anche di lavorare per uno stipendio mensile di gran lunga inferiore ad un cachet televisivo. E di farlo con scrupolo, competenza e caparbietà.
Orgogliosa anche di essermi sentita fuori luogo stanotte. Alla fine ognuno, nel lavoro, porta quello che è nella vita".
Il sostegno della famiglia
A sostenere la criminologa anche Silvia Cella, cugina di Nada, indignata per le immagini andate in onda:
"Che dire ...vergognosa trasmissione di Vespa. Antonella Delfino Pesce non è stata fatta parlare per dare spazio ad una bionda salvata che chiede se non ci sono abbastanza omicidi ora per andarsi ad occupare di un caso vecchio di 30 anni, ma scherziamo??? E se sua figlia fosse stata massacrata 30 anni fa direbbe la stessa cosa?
...e il conduttore che parla di DNA cancellato dalla cremazione.... Ma di che cremazione parla???
Nessuno sa se dopo l'udienza preliminare di febbraio si andrà o meno a processo ma è necessario provarci e crederci come ci hanno creduto tutti quelli che dalla riapertura del caso si sono prodigati per trovare la verità.
Si deve dare giustizia a Nada.
Siamo orgogliosi di aver conosciuto questa donna (Antonella Pesce Delfino, ndr). È stata ed è una luce in un immenso buio che dura ormai da troppo. Se Nada avrà giustizia buona parte sarà merito suo".
(Immagini: Raiplay.it)