Nella marea eccezionale a Venezia c’era anche Diego

La testimonianza di Bonelli, 35enne di Cavi di Lavagna

Nella marea eccezionale a Venezia c’era anche Diego
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Nel “posto” giusto al “momento” giusto. Diego Bonelli, 35enne di Cavi di Lavagna, è un pò come l’attore Jim Carrey nel film Una settimana da Dio dove il protagonista, il giornalista Bruce Almighty, ottiene scoop clamorosi grazie ai suoi poteri, diventando per tutti "Mr. Esclusiva".

La testimonianza

Bonelli, che nella vita di tutti i giorni lavora presso la Farmacia Pila in via Nazionale a Sestri Levante, un anno fa è andato in vacanza a Carloforte in Sardegna, incontra Gianni Morandi e fa la comparsa per la fiction “L’isola di Pietro 2” trasmessa su Canale 5. Questa volta, invece, va a Venezia.

Marea a 187 centimetri. Il picco è stato raggiunto alle 22.50 di martedì 12 novembre. È la seconda misura nella storia, subito dietro al record dei 194 centimetri del 1966.

"Ero lì per vedere la Biennale Arte di Venezia – racconta il lavagnese - sono arrivato proprio martedì 12 novembre, nella notte in cui si è alzata la marea. Era prevista l’acqua alta ma la pioggia e il vento hanno portato ad una peggioramento improvviso".

Tempismo perfetto.

"I messaggi del centro maree del Comune di Venezia dicevano di una marea eccezionale, tipo la tempesta perfetta – racconta Bonelli - si sono unite un sacco di concause che hanno portato l’acqua ad un livello mai visto dal ’66".

Come è triste Venezia, cantava Charles Aznavour.

"Ero ospite dal mio amico Francesco che vive in zona Giardini – dice ancora - fortunatamente aveva un paio di stivali da pescatore, quelli che arrivano fino al fianco per intenderci, e solo con quelli siamo riusciti a uscire. Siamo andati a vedere la zona dell’approdo vaporetti, fermata Giardini, e le onde erano spaventose. Il muretto, infatti, la mattina successiva ha ceduto. Il mare arrivava sulla strada. Da lì ci siamo diretti, sempre in mezzo all’acqua, in via Garibaldi e la situazione era drammatica. I primi piani delle case erano invasi e la strada, piena di negozi, era praticamente un fiume. C’erano sedie e vasi che galleggiavano e il vento era fortissimo. Da lì poi siamo rientrati perché – conclude Bonelli - la situazione era critica, non saremmo riusciti a proseguire. Il giorno dopo la Biennale è stata chiusa".

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