Rapallo

No ai fondi che diventano alloggi

Bagnasco: "Non siamo per la speculazione e le aperture selvagge, siamo amministrazione della riqualificazione"

No ai fondi che diventano alloggi
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Il Consiglio Comunale ha detto no alla trasformazione di quei fondi inutilizzati da almeno cinque anni che, in base alle previsioni normative della legge regionale 30/2019, avrebbero potuto essere trasformati in appartamenti ad uso residenziale o in locali commerciale. Anche per quanto concerne i seminterrati.

La pratica

"Noi non siamo l’amministrazione della speculazione e delle aperture selvagge, al contrario siamo l’amministrazione votata alla riqualificazione" esclama il primo cittadino Carlo Bagnasco.

Un ricorso a slogan e frasi ad effetto che avvalora con l’esempio alberghetti di via Gramsci "dove i volumi saranno addirittura ridotti con abbattimenti. Stessa cosa per il Savoia che resterà invariato, nulla di più e nulla di meno. Non potevamo quindi pensare che questa legge potesse trovare applicazione sul nostro territorio dove potrebbe risultare addirittura peggiorativa".

Non sono mancate scaramucce procedurali, con il Pd Mauro Mele che ha contestato all’amministrazione di aver portato al vaglio del parlamentino cittadino una cartografia differente da quella esaminata alcuni giorni prima in commissione consigliare. Tra le obiezioni, sollevate sia da Mele che dalla collega M5S Isabella De Benedetti, la mancanza di criteri inequivocabili per l’individuazione delle aree cittadine in cui la legge regionale non potrà avere applicazione. Ma quali sono alla fine queste aree? In estrema sintesi tutte quelle ad alta densità abitativa e urbanizzate. La carta preliminare comprendeva il centro storico, i nuclei piu? antichi, il litorale, le zone collinari di alto pregio ambientale e quelle prospicienti il tracciato della viabilità pubblica, in una fascia profonda 50 metri a levante e a Ponente: la via Aurelia, l’ex strada provinciale 227 per Portofino, via Mameli e le strade limitrofe nel tratto tra via Aurelia e via Rizzo, via Betti nel tratto compreso fra via Bolzano e il viadotto A12, via San Pietro nel tratto compreso fra piazzale Genova e passo dietro il Coro. A queste, si aggiungono la precedentemente esclusa via della Libertà, Santa Maria del Campo e quattro grandi aree poste ai margini del quartiere Sant’Anna, via Milano e Torino, via Volta e via Don Minzoni. Cosa resta? Molto poco, per lo più in aree rurali e collinari dove l’assessore Filippo Lasinio, auspica che l’applicazione della legge 30 possa incentivare il ritorno alle frazioni o contrastarne quantomeno lo spopolamento.

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