La testimonianza

«Non chiamateci eroi, perché siamo stati in prima linea anche prima del covid-19»

Il medico chiavarese del 118 Caterina Vercellotti a Tortona

«Non chiamateci eroi, perché siamo stati in prima linea anche prima del covid-19»
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«Nell’arco di pochi giorni i casi sono aumentati in maniera esponenziale». La dottoressa chiavarese Caterina Vercellotti dallo scorso gennaio lavora come medico del 118 di Tortona-Novi Ligure, in un’ambulanza medicalizzata, nella provincia di Alessandria. Anche lei sta continuando a lavorare nel pieno di questa emergenza sanitaria, e la scorsa settimana ci ha raccontato la sua testimonianza.

«Non chiamateci eroi, perché siamo stati in prima linea anche prima del covid-19»

«Ad inizio emergenza il sistema stava funzionando grazie al triage telefonico, ma poi abbiamo notato che molti casi positivi non provenivano più dalla zona rossa iniziale della Lombardia. Da Tortona mediamente in ogni turno da 12 ore abbiamo 5/6 casi sospetti». Caterina lavora in un’ambulanza medicalizzata sempre insieme ad un infermiere nell’area del basso Piemonte: «In questi giorni se riceviamo una chiamata ad esempio per un dolore toracico tiriamo un sospiro di sollievo. Se invece si tratta di un problema respiratorio la tensione aumenta perché è un disagio fisico oltreché molto pesante dal punto di vista mentale. Un notevole stress per noi e per gli stessi pazienti, soprattutto gli anziani i più disorientati e fragili, che poi rimangono da soli al momento del ricovero».

Il Piemonte, specialmente la provincia di Alessandria, è tra le regioni più colpite dal virus, da diverse settimane: «Tortona è ben collegata alla Lombardia con tanti pendolari che si muovono per lavoro. E la provincia di Alessandria è tra le zone più colpite; già prima del decreto era stata dichiarata zona rossa». Caterina, 36 anni il prossimo 20 maggio, è medico da tre anni, prima nella Guardia Medica a Genova e Savona: «Ringrazio tutti i militi, i volontari e gli infermieri, miei angeli custodi, che rischiano ogni giorno la propria salute per garantirla agli altri».

L’invito ai cittadini, anche da parte della dottoressa Vercellotti è sempre il medesimo: «C’è ancora troppa gente in giro, i cittadini devono stare a casa! Siamo abbattuti dai tanti “furbi” che trovano qualsiasi scusa per uscire: noi che stiamo vivendo questa situazione siamo praticamente in isolamento da venti giorni. Perché la gente esce per comprare solamente uno yogurt, come ho potuto vedere al supermercato? Mi viene rabbia a vedere tutte queste scene perché non sappiamo più come fare il nostro lavoro: per contrastare il virus la gente deve stare a casa». La gente conosce il lavoro di Caterina e dei militi e lo sta riconoscendo in diversi modi: «Ma non chiamateci eroi, perché abbiamo sempre lavorato per tutti. Questa retorica mi fa ridere. Anche prima del Coronavirus siamo sempre stati in prima linea per la salute delle persone».

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