«Lotto con il mio corpo imperfetto, ma non rinuncio al mio sogno: chi mi vuole aiutare?»

La storia di Giovanni Battista Casareto, 54 anni: vorrebbe aprire una fattoria sociale o un agriturismo solidale

«Lotto con il mio corpo imperfetto, ma non rinuncio al mio  sogno: chi mi vuole aiutare?»
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Lottare per realizzare i propri sogni nonostante le avversità che la vita ci riserva: un’esortazione da richiamare alla mente nei momenti di difficoltà. Chi mette in pratica tale insegnamento giorno dopo giorno è Giovanni Battista Casareto, “Gianni” per gli amici.

«Convivo  con una grave disabilità: oggi vivo e mi sposto su una carrozzina elettrica»

Recchelino, classe 1963, Gianni ha manifestato la sua forte tempra fin dai primi giorni della sua esistenza: «Convivo con una grave disabilità, frutto di eventi avvenuti pochi giorni dopo la mia nascita - racconta -. Sono nato all’ospedale di Recco, sano ma prematuro: non sono stato messo subito in un’incubatrice e una notte ho avuto una congestione. Sono stato trasferito in condizioni disperate all’ospedale Galliera di Genova e sono riuscito a sopravvivere. Le conseguenze di quei traumi sono state terribili: mi è stata diagnosticata una tetraparesi spastica distonica. Ho deficit motori, non intellettivi. Dopo altri traumi patiti nel 2004, oggi vivo e mi sposto su una carrozzina elettrica».

«Ogni giorno lotto con il mio corpo imperfetto: gli ostacoli non mancano»

Una vita in salita, la sua, ma Gianni non si arrende facilmente: «Ogni giorno lotto con il mio corpo imperfetto riuscendo ancora a essere abbastanza indipendente - spiega -. Purtroppo la nostra società si occupa in maniera insufficiente del tema della disabilità: basti pensare alle tante barriere architettoniche ancora esistenti in Italia, Recco compresa».

La difficoltà di muoversi in libertà

«È umiliante - continua Gianni - trovarsi davanti all’entrata di un negozio ed essere sorpassato da altri clienti perché non si riesce a salire un gradino, ostacolo superabile se solo fosse presente una passerella. In via San Rocco c’era uno specchio che agevolava gli automobilisti a fare manovre in sicurezza proprio in prossimità della mia abitazione: uno strumento utile anche a me quando mi trovavo sulla mia auto, guidata da un conoscente. Quello specchio è stato abbattuto dal downburst verificatosi in città più di un anno fa: ho chiesto alle autorità comunali di ripristinarlo ma ciò non è ancora avvenuto. A pochi metri di distanza dalla chiesa di San Rocco c’è il “ponte delle monache”: ai suoi estremi sono state inserite barriere per contrastare il transito dei motorini e ora fatico ad attraversarlo per immettermi in via Fieschi e raggiungere il centro cittadino».

Ha un diploma di ceramista e il suo sogno è aprire un agriturismo solidale o una fattoria sociale

Tornando al monito iniziale, ecco come Gianni lo ha sempre seguito: «Combatto il pregiudizio di chi pensa che un disabile non possa mostrare le proprie qualità - afferma -. Ho un diploma di ceramista e in passato una parte della mia abitazione era adibita a laboratorio per la lavorazione della ceramica. Conclusa quella meravigliosa esperienza, vorrei creare una realtà lavorativa a disposizione di persone che, come me, hanno a che fare con disabilità. Potrebbe essere un agriturismo solidale oppure una fattoria sociale. Lavoro a questo progetto da un anno con il supporto di Paola Severini Melograni, tra le prime giornaliste in Italia a occuparsi dei temi della comunicazione sociale e del Terzo Settore, che mi ha messo in contatto con alcuni esponenti di Confagricoltura».

«Cerco qualcuno che abbia voglia di mettersi in gioco e investire in questo mio sogno»

Per realizzare questa struttura Gianni mette a disposizione il terreno vicino alla mia abitazione. «Cerco qualcuno che abbia voglia di mettersi in gioco e investire in questo mio sogno. Cerco soprattutto qualcuno che possa guardarmi negli occhi senza provare pietà. Guardando i miei occhi potrà scorgere una luce intensa e cristallina: sono gli occhi di un uomo pieno di vita che non vuole sentirsi rinchiuso in una gabbia dorata».

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