Il processo

Omicidio Cella, Soracco: «Estraneo alla vicenda, ho sempre detto tutto quello che sapevo senza mai nascondere nulla»

In aula le dichiarazioni spontanee del commercialista. Sentenza prevista il prossimo 18 dicembre

Omicidio Cella, Soracco: «Estraneo alla vicenda, ho sempre detto tutto quello che sapevo senza mai nascondere nulla»

Processo per l’omicidio di Nada Cella, occhi puntati in aula sulle dichiarazioni spontanee di Marco Soracco (nella foto), il commercialista nel cui studio a Chiavari fu uccisa la giovane segretaria nel maggio del 1996.

Soracco, accusato di favoreggiamento (accusata di aver ucciso Nada Cella è l’ex insegnante Annalucia Cecere), ha parlato per circa un quarto d’ora ripercorrendo i quasi trent’anni che lo hanno visto protagonista, a suo dire, di «un gratuito linciaggio sia sotto il profilo giuridico che morale».

Le dichiarazioni spontanee di Soracco

«Quel giorno doveva essere una normale giornata di lavoro – ha sottolineato in aula Soracco – e invece ho trovato la segretaria in una pozza di sangue. Ho pensato subito di chiamare i soccorsi, non mi sono posto il problema di cosa fosse successo. So di essere parso piuttosto freddo e distaccato. Ma è il mio modo di reagire ai fatti improvvisi: le mie reazioni sono sempre frenate in attesa di comprendere meglio quanto succede».

«Ho sempre collaborato alle indagini – ha dichiarato ancora il commercialista -. Ma sono stato risucchiato in un vortice a me sconosciuto. Una situazione che ho superato grazie alla consapevolezza della mia estraneità al fatto».

In merito alla sua conoscenza con quella che la pm Gabriella Dotto ritiene essere la presunta assassina, Soracco ha spiegato di

«averla conosciuta un anno prima e mi venne presentata dal suo fidanzato di allora. Non ho mai provato interesse verso di lei. Quando a fine maggio 1996 venne fuori che una ragazza madre era stata indagata parlando con i giornalisti ho capito che si trattasse di lei. E quando mi fece la telefonata per dirmi che le facevo schifo l’ho interpretato pensando che diceva quelle cose perché pensava che l’avessi denunciata».

Le dichiarazioni spontanee sono terminate con le seguenti parole:

«Ho sempre detto tutto quello che sapevo senza mai nascondere nulla. Spero che la corte metta, una volta per tutte, la parola fine al mio lungo e immeritato calvario».

Fuori dall’aula, poi, il professionista ha specificato di non essersi fatto un parere su cosa possa essere successo a Nada Cella o sulla posizione di Annalucia Cecere.

Sentenza prevista per il prossimo 18 dicembre

La requisitoria della pm inizierà giovedì prossimo, 23 ottobre, mentre la sentenza è prevista nella giornata di giovedì 18 dicembre.